Erano passati vent’anni, mese più mese meno. Tarcisio Burgnich allenava la Ternana, doveva mantenerla in Serie B, era il 2000. Ma quel gol non l’aveva dimenticato e non lo dimenticherà mai. Il gol era quello del 21 giugno del 1970 all’Azteca finale del Mondiale tra Brasile e Italia 4-1. Il gol è il famoso colpo di testa di Pelé. Ce l’aveva ancora in testa quella rete e trovò il modo di raccontarmelo nel corso di una intervista che divenne una chiacchierata. E quelle parole, il volto di Burgnich, il rammarico che ancora non riusciva a smaltire sono un ricordo indelebile. Questo il suo racconto.

“L’avevo tenuto bene fin lì, sempre attentissimo in marcatura perché gli sarebbe bastato un metro per saltarmi. Avere la palla sul destro o sul sinistro per lui non faceva differenza. Poi arrivò quel cross di Rivellino, una magia anche quella. Ho fatto un passo in avanti per anticipare Pelè, piccolo, quasi impercettibile ma quel movimento mi mise fuori gioco. Perché Rivellino fece una magia, un pallone liftato ad uscire che mi tagliò fuori. Cercai di staccare facendo un passo indietro ma Pelé sembrò quasi salire in cielo e la mise dentro. Però a ripensarci fui io a non saltare così in alto come avrei potuto per colpa di quel passetto in avanti”.

Vent’anni dopo ancora non l’aveva digerito anche se sapeva benissimo di essere stato protagonista, anche se sfortunato, di una rete che era diventata una icona del calcio. Un gol storico di un campione senza confini segnato nonostante la marcatura asfissiante di uno dei più grandi difensori italiani.

Sezione: Copertina / Data: Ven 30 dicembre 2022 alle 22:00
Autore: Massimo Laureti
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