Rimini in piena tempesta societaria: le parole di D’Alesio e De Vitis dopo la sconfitta con la Ternana

Rimini in piena tempesta societaria: le parole di D’Alesio e De Vitis dopo la sconfitta con la Ternana

I giocatori del Rimini in conferenza stampa nel post partita contro la Ternana

Continua la settimana da incubo per il Rimini FC, culminata nella netta sconfitta per 4-1 contro la Ternana. I biancorossi sono stati travolti sul campo, ma soprattutto dalle difficoltà fuori dal terreno di gioco: penalizzazione di 11 punti da parte della Co.Vi.So.C, addii eccellenti, dimissioni di Piero Braglia e, infine, il braccio di ferro con il Comune sullo stadio Romeo Neri.

La partita con la Ternana è rimasta in bilico fino a poche ore dal calcio d’inizio ed è stata confermata solo dopo l’approvazione
del ricorso al TAR dell’Emilia-Romagna. Un contesto surreale che ha pesato sull’ambiente e sui giocatori.

D’Alesio: “Il silenzio dello stadio fa ancora più rumore”

In conferenza stampa l’allenatore Filippo D’Alesio ha provato a fare il punto, parlando della difficoltà di preparare una gara in un clima così instabile:

“I ragazzi hanno fatto una partita importante con le nostre difficoltà. Non è per giustificarci ma questi ragazzi si conoscono veramente da due giorni, siamo in un mix tra nuovi arrivi e vecchia guardia. Oggi per noi era un punto d’inizio per il nostro percorso di crescita. Non so se ce la faremo a recuperare quel -10, ma dobbiamo continuare a credere finché la matematica non ci condanna”.

Il tecnico ha poi aggiunto sul caos societario:

“Tutto quello che c’è fuori distrae e fa male. Dobbiamo chiuderci nello spogliatoio e lavorare. La società mi ha detto che arriveranno nuovi giocatori, io penso al presente e a chi ho a disposizione. Sul pubblico? I 450 spettatori presenti hanno fatto sentire un silenzio che fa rumore. Nel riscaldamento pesa, e i ragazzi devono imparare a rompere il ghiaccio”.

De Vitis: “Vogliamo chiarezza su chi ci rappresenta”

Al fianco del mister si è presentato anche il difensore esperto Alessandro De Vitis, che non ha nascosto il malessere del gruppo per una situazione definita “surreale”:

“Mi è stato detto che il capitano non sono più io, sarà Bellodi. Ci tenevamo però a dire alcune cose: ci ha dato fastidio
essere definiti ‘cadaveri’. È stato offensivo verso chi sta affrontando una situazione difficile. Molti compagni hanno lasciato Rimini non per scelta, ma per problemi oggettivi. Non siamo burattini, siamo professionisti con carriere e famiglie”.

Il numero 30 ha poi lanciato un appello diretto:

“Chiediamo chiarezza su per chi lavoriamo e chi ci rappresenta. L’organigramma è un rebus, non sappiamo con chi rapportarci: oggi c’è qualcuno, domani un altro. Non è mai successo nella mia carriera. Vogliamo soltanto quello che spetta a una squadra normale: trasparenza. Non si può arrivare il giorno della partita senza sapere se si giocherà o meno”.

La gara con la Ternana ha certificato i limiti attuali del Rimini, ma soprattutto ha acceso i riflettori su una crisi societaria senza precedenti. Le parole di D’Alesio e De Vitis testimoniano il disagio di una squadra che chiede solo normalità, mentre il futuro del club resta appeso alle decisioni fuori dal campo.