Di situazioni analoghe in B la Ternana le ha vissute parecchie. La prima cocente della storia recente coincide con l'inizio degli anni Ottanta quando i rossoverdi retrocessero dopo aver lottato con Taranto Pisa Lecce e Verona. Ironia di quella stagione, che a gennaio vide sedersi in panchina Omero Andreani al posto di Santin, fu che la Ternana riuscì a passare il turno di qualificazione in Coppa Italia, arrivando a giocare con la Roma la semifinale con andata e ritorno. Per alcuni il dispendio di energie fu la causa principale che portò i rossoverdi a retrocedere con il presidente Adriano Garofoli, però, rimasto praticamente solo nella gestione economica.
Per gli amanti delle statistiche i rossoverdi dovettero aspettare 13 anni per riassaporare il gusto della B. Il merito fu della Ternana di Clagluna che si aggiudicò il torneo di serie C. Dopo la gioia per la promozione, in città tutti tornano con i piedi per terra già dall'estate. Il presidente Rinaldo Gelfusa, che aveva ingaggiato Sandro Tovalieri, Pietro Maiellaro, Luca Evangelisti, Francesco Fiori e Giuseppe Taglialatela, si rese conto di non disporre della copertura di 10 miliardi di lire, rispedendo di conseguenza gli atleti al mittente. Fu un anno di tribolazione con i rossoverdi che, senza società, chiusero il campionato ultimi in classifica con appena 18 punti. Correva l'anno 1993. La Ternana fallì e ripartì grazie ad un gruppo di imprenditori locali dalla D.
Dopo due anni di purgatorio arrivò nell'estate del 1995 il ripescaggio in C2 e nel 1998 il ritorno in B grazie alla vittoria ai playoff contro la Nocerina: alla guida c'era Luigi Del Neri. Dopo alcune stagioni dignitose, nel 2002 la Ternana perdendo all'ultima giornata contro il Bari già salvo, arrivò con Bolchi in panchina, quart'ultima. Fu una stagione altalenante dove Agostinelli non riuscì a ripetere la brillante stagione precedente e venne sostituito dopo cinque sconfitte consecutive da Claudio Tobia che a sua volta non riuscì a cambiare l'inerzia del torneo tanto da lasciar il posto a Maciste che ebbe il merito di risollevare la squadra fino al drammatico epilogo in terra pugliese. La società era però solida e durante l'estate venne ripescata a causa del fallimento della Fiorentina: fu di nuovo serie B. L'anno dopo terminò il settennato di presidenza Luigi Agarini che venne sostituito da Emanuele Longarini che fu il più giovane numerouno di una società professionistica.
La retrocessione del campionato 2005-06 hainvece diverse analogie con la stagione in corso. La società del patron Edoardo Longarini, con alla presidenza Luca Ferramosca, ingaggiò Antonio Sala, promettente allenatore che in rossoverde cercava la consacrazione. Trovò invece l'esonero. Tornò Fabio Brini che non brillò in un contesto dilaniato da polemiche che lo portarono alla sostituzione con Mimmo Caso che vinse solamente 2 delle ultime tredici partite posizionandosi terzultimo in classifica con 39 punti. La soglia playout fu 46. Dopo altre cinque stagioni ad espiare le proprie colpe, con tanto di retrocessione in C2 dopo playout col Foligno e relativo ripescaggio, arriva la promozione in serie B con Mimmo Toscano. I rossoverdi nelle susseguenti stagioni sono riusciti a mantenere la permanenza in B cambiando ben 10 allenatori, di cui cinque solo lo scorso anno quando la salvezza arrivò all'ultima giornata con la vittoria di Ascoli.
Il resto è storia recente.

Sezione: Rassegna stampa / Data: Ven 23 marzo 2018 alle 11:00 / Fonte: Il Messaggero
Autore: Stefano Bentivogli / Twitter: @sbentivogli10
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