È finita come meglio non poteva finire. La vittoria all'ultima di campionato, anche quando non vale niente in classifica, lascia quasi sempre un sorriso. Lo sa bene Boscaglia, che nel dopo partita ha dichiarato che dispiace chiudere con una sconfitta.

Partiamo dalla fine: la Ternana è uscita tra gli applausi. Non solo per il 3-2 rifilato ai lombardi. Al termine della stagione si fanno i conti col pubblico, con l'umore complessivo di chi lascia gli spalti per farci ritorno soltanto a settembre. Coi giudizi di chi ha seguito la squadra per tutto il campionato, presenziando anche in una sfida senza valore come quella di ieri. Il Liberati a giochi fatti ha applaudito la squadra, dimostrando ancora una volta un cuore grande. Ha mandato giù l'ennesima salvezza portata a casa da allenatore e giocatori nel silenzio più assoluto della proprietà. Quindi ha riconosciuto i meriti allo staff, che allestito coi modi di sempre, quasi a fine mercato, ha raggiunto l'obiettivo minimo. Lavorando con serietà e senza mai rischiare seriamente di finire nel baratro. D'altronde l'organico non era affatto male, anche se andava costruito con una tempistica diversa. Parliamoci chiaro: retrocedere sarebbe stato troppo. Le individualità di cui ha disposto Breda sono state di tutto rispetto, i giocatori di categoria li ha avuti, anche se di correzioni da fare ce ne sarebbero state (ad esempio a gennaio). La maggioranza del pubblico del Liberati ieri sera ha voluto dimenticare persino i derby e le batoste che ci ha rifilato l'Ascoli. Perché ha cuore ed è abituato a soffrire, lottare, accontentarsi. È il bello del brutto.

Le premesse per la prossima estate sono in linea con le tradizioni. La Ternana non ha un ds, non ha chiarito se confermerà l'allenatore, non ha contattato i suoi pezzi pregiati per il rinnovo del contratto e non proferisce parola. Il Liberati però applaude i ragazzi, li coccola e li ringrazia, gli "perdona" le partite più importanti dell'anno. Si può condividere o meno, a seconda del peso che si attribuisce alle sfide col Perugia. Se c'è una cosa certa, è che l'affetto per i colori è sempre grande. A prescindere dalle presenze. E spesso supera le delusioni.

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 21 maggio 2016 alle 20:00
Autore: Riccardo Fidenzi
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