Come per la partita contro il Cittadella, oggi il nostro semaforo della partita segna soltanto un colore, il verde. Verde perchè è arrivata la prima vittoria in trasferta, dopo 11 mesi, dopo una stagione e in un campionato che ha visto tante beffe, tanti errori e anche tanta sfortuna. Un successo, quello della Ternana a Novara, ottenuto con la tenacia, ottenuto con la consapevolezza dei propri mezzi ma anche con il sacrificio. Il sacrificio di chi ha giocato in un ruolo non suo, di chi ripiegando in difesa ha dato una mano, di chi ci è voluto essere nonostante qualche guaio fisico e che poi si è rivelato fondamentale. Questa è la squadra che ci piace, quella attenta ma anche spregiudicata se serve, che sa di dover vincere per tentare un'impresa al limite dell'impossibile, ma che da questa necessità non si lascia sopraffare, non si lascia tagliare le gambe. Una sorta di rinascita, dei singoli e del gruppo, che porta ai rossoverdi una speranza, che tiene viva quella fiammella che poi è il bello del calcio. 
Verde perchè, per la prima volta, le Fere centrano l'obiettivo della continuità di risultati, due successi di fila come mai era avvenuto in stagione. Dispiace che sia successo solo ora, ma qualcosa di positivo vorrà dire: significa che la Ternana può giocarsela con tutti e in ogni stadio, e che non lascerà nulla al caso, niente di intentato, e questo conta tanto adesso. 
Peccato per l'ammonizione che costringerà Favalli a saltare la sfida col Foggia, peccato per Paolucci uscito anzitempo e con il dubbio che possa farcela per martedí. Se c'è una cosa, però, che De Canio e i suoi ragazzi ci hanno insegnato è che tutti sono importanti, ma nessuno deve diventare insostituibile. E allora, sguardo sempre avanti, alla prossima, e testa ben salda, che la strada è ancora lunga, che a staccare la spina viene sempre in tempo.

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 15 aprile 2018 alle 15:00
Autore: Marina Ferretti
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