Al termine dell'allenamento di rifinitura si è presentato Fabio Gallo in sala stampa, per presentare la partita di domani fra Ternana e Potenza. 

Prima in casa: come ha lavorato la squadra?
"Bene, abbiam fatto una buona settimana, abbiamo lavorato forte soprattutto i primi giorni, poi mi sono concentrato più su situazioni su cui avevamo lavorato meno, magari sulle palle inattive. Abbiamo valutato bene la mole di lavoro generale e siamo soddisfatti". 

Pensavamo che la seconda a Rieti fosse più difficile di quella in Coppa, ma riflettendo abbiamo capito che la difficoltà quando giochi bene, è sempre la partita successiva.
"Temo le difficoltà date dall'avversario, perchè il Potenza gioca col 343 e lo fa dall'anno scorso con lo stesso allenatore. Hanno buona individualità, sono organizzati e fanno gruppo già da un anno, pur avendo cambiato giocatori; è una squadra che sa come si gioca con quel modulo, è un gioco difficile da affrontare, ma voglio pensare che noi dobbiamo avere la nostra mentalità. Poi ci saranno accorgimenti, varie situazioni a partita in corso, ma mi piace pensare che a Terni il Potenza si trovi in un catino incandescente e che si trovi di fronte una squadra che sappia cosa deve fare. Iniziamo a studiare gli avversari e a lavorare per limitarli". 

Nelle sedute non manca mai la tecnica individuale di base.
"Per me è l'essenza ed è sempre migliorabile, e lo fai solo ripetendo il gesto. Anche Mammarella, per dire, a 37 anni è migliorabile, col destro per esempio. E' ricomparso anche il vecchio muro, fondamentale, perchè come gliela dai, ti ritorna". 

La chiave domani è li in mezzo.
"Dobbiamo cercare di ricreare l'uno contro uno, il trequarti che deve lavorare dove loro sono costretti ad aprirsi, in modo organizzato: determinare giocate per crearne altre. Loro hanno l'uno contro uno esterno, hanno giocatori che hanno frequenza, i nostri terzini sono abituati a giocare, ma l'idea è quella di avere in mano il gioco". 

Quindi l'idea è quella di imporsi. 
"E' il primo test in cui ci troviamo di fronte un avversario diverso". 

Paghera ha recuperato?
"Si, ma non aveva niente di particolare, un problema al quadricipite destro per un vecchio problema al ginocchio. Abbiamo cercato di alleggerirlo". 

Suagher?
"Suagher è convocato, ma si è fermato Mucciante, quindi lo porto in panchina. Anche Marilungo è recuperato. Ho qualche dubbio di formazione, anche in difesa e a centrocampo". 

La coppia Russo-Sini ha fatto vedere buone cose...
"Si ma l'idea è che anche chi fa vedere buone cose non deve essere sicuro di giocare: se il livello è pari non devo avere problemi di fiducia, voglio che la squadra ragioni in questo modo. Nessuno deve essere sicuro, che abbia giocato o meno, devono avere voglia di mettermi in difficoltà". 

L'autonomia di Paghera?
"E' sicuramente più ampia di quella di Suagher, anche se non ce l'ha tutta". 

Indisponibili dunque Mucciante e Repossi.
"Si si, però non dico nulla perchè quando ho parlato poi... Se andiamo a vedere, dal 10 luglio, incrociando le dita...".

Domani ci si aspetta un pubblico importante: ne avrà parlato anche con la squadra?
"No, perchè non voglio che l'attenzione sia diversa dalla partita contro il Potenza. A un certo orario lo stadio deve fare il tifo e il campo deve essere vuoto. Perdonatemi, ma io pretendo che a un certo punto i festeggiamenti siano fatti a fine partita se le cose vanno come deve andare".

Abbiamo visto il ds in grande forma, rientrato da Milano, ma chiedo a lei: c'era una minima novità?
"Non mi interessa, in questo momento. Il direttore è uomo di calcio e sa benissimo che è inutile parlare oggi, tanto non gli darei retta". 

Dubbi anche a centrocampo ha detto.
"Può darsi. Palumbo è uno dei maggiori indiziati, ma vediamo". 

Lei a Como aveva Crispino che domenica ha limitato il passivo, ma il Potenza da l'idea di essere codificata.
"Giocano già da un anno con questo allenatore, è una squadra organizzata e gioca un buon calcio, è un avversario ostico". 

In settimana abbiamo sentito Bandecchi, che ha parlato della sua riconferma, e ha detto che è stato convinto dal suo saper parlare con gli uomini e dal suo saper creare uno spogliatoio, ma adesso devono avere fiducia in lui i tifosi.
"E' vero, lui mi ha dato fiducia quando nessuno me l'ha data, dopo Pordenone, e mi ha detto queste cose che ha detto a voi, così come mi ha detto adesso che stiamo lavorando e lo vede, che la fiducia è intatta, ma che sta a me fare in modo di poter camminare ancora insieme". 

Vedi in Bandecchi l'intenzione di lavorare a lungo termine?
"Non lo so. Il mio mestiere è talmente strano, magari se domani lo faccio incazzare mi caccia via. Il calcio in Italia è quasi sempre figlio dei risultati, ma per garantirti un progetto a lungo termine, devi fare un campionato da protagonista, devo crearmi io la situazione per poter lavorare con un progetto. Non è facile vincere, non nascondiamoci: ne vince una per ogni girone e ne va su un'altra. Bisogna riuscire a stare tutti tranquilli e sereni, analizzando bene e facendo quello che va fatto ed evitare i picchi benissimo-malissimo. La continuità, quello che vedo tutti i giorni della settimana, la crescita costante e il voler lavorare sempre con le stesse idee. Adesso poi c'è la partita, che ci dirà se abbiamo fatto e stiamo facendo le cose giuste.Ma quello che mi piace è che ogni giorno vedo la stessa identità, poi capita che in allenamento si sbagli per fatica, per stanchezza, ma l'idea di fare calcio allo stesso modo era quella, è sempre quella, ed è quello che più mi gratifica. Sai che puoi perdere, ma sempre pronto per vincere quella dopo". 

L'anno scorso ci davano tutti per favoriti: ma questa squadra è più forte o diversa?
"E' completamente diversa nella costruzione delle caratteristiche dei giocatori. Non mi interessa come è stata costruita l'anno scorso, ma l'avrei fatta diversamente, come abbiamo fatto quest'anno. Solo il campo ci dirà se siamo più o meno forti".

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 31 agosto 2019 alle 11:56
Autore: Marina Ferretti
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