La prima obiezione che si potrebbe muovere è, senza ombra di dubbio, legata alla ormai certa retrocessione e di conseguenza all'inutilità di scoprire quale possa essere stato il fattore che ha fatto precipitare così in basso la Ternana dopo il derby vinto a Perugia. Se questo, in parte, può anche essere vero, perchè anche capendo cosa possa aver contribuito alla veloce discesa verso la C non cambierebbe la situazione ormai delineata, per un altro verso sarebbe importante comprendere per fare in modo che questi momenti bui non si ripetano in futuro. 

Quello che sarebbe dovuto essere un punto di slancio, la svolta per cercare di raddrizzare una stagione storta, si è invece rivelato un punto morto, la spinta verso la fine piuttosto che un nuovo inizio: di fatto, il campionato della Ternana è finito al Curi, senza un apparente motivo. Quello che ci siamo detti, la spiegazione che ci siamo dati e che ci è sembrata più simile alla realtà è di stampo psicologico e mentale: la squadra, composta per lo più da giocatori giovani, inesperti o poco avvezzi a frequentare una piazza come Terni e un campionato difficile come quello cadetto, non è riuscita a gestire la situazione a livello mentale. Per quanto De Canio sia un allenatore esperto conoscitore della Serie B e delle sue sfaccettature, probabilmente l'inesperienza dei suoi ragazzi, anche a livello emotivo, è stata troppo forte che una volta ritrovatisi tutti i tifosi a riempire lo stadio, non sono stati in grado di gestire l'emozione e soprattutto la tensione. Questo può valere, soprattutto, per la partita interna contro il Pescara, mentre per le successive con buona probabilità c'è stato un mix di situazioni particolari. Prima fra tutte, ha inciso la paura data dalla consapevolezza di essere obbligati a vincere e di rischiare di non riuscirci, peggiorando in tal modo la posizione in classifica, cadendo nello scoramento e di nuovo trovarsi a dover fare punti per forza, un circolo vizioso difficile da gestire. In ultimo, ma non per importanza, è probabilmente arrivata la stanchezza, che quando le cose girano per il verso giusto si può anche arginare, ma che quando non ne va una dritta inizia a farsi insopportabile. Spinta la squadra al limite massimo della condizione atletica possibile in questo momento, coincisa con la partita di Perugia, le gambe hanno iniziato a cedere in un sol colpo, e la frittata è stata completata.

 

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 15 maggio 2018 alle 15:00
Autore: Marina Ferretti
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