Rosso: perdere fa male, così fa male il doppio.
Sorvolando sulla classifica, sul numero di sconfitte subite (è un discorso complesso, legato indissolubilmente a quello che si pensa possa essere il vero obiettivo della stagione rossoverde), sulle prime della classe e sul rendimento di tutte le contendenti, perdere come ha perso la Ternana contro l'Avellino, in casa, fa davvero male. Si fatica infatti ad accettare una sconfitta maturata al termine di 90' durante i quali la Ternana ha espresso un gioco più che dignitoso, ha di fatto tenuto sempre il pallino del gioco, ha costruito con ordine le proprie manovre e, soprattutto, non ha mai visto impegnato Tozzo, che di fatto l'unico pallone che ha avuto modo di toccare è stato quello alle sue spalle in occasione del gol avversario. Intendiamoci bene, non stiamo dicendo che l'Avellino non abbia fatto la sua partita, soltanto che la Ternana, almeno fino al centrocampo, l'ha fatta di più e un pizzico meglio, eppure il bel gioco nel calcio non necessariamente porta punti, e ieri ne è l'esempio lampante. La Ternana ha evidenziato un dato di fatto, che a lungo andare potrebbe rappresentare un problema: l'attacco troppo spesso non riesce a concretizzare quello che si crea alle sue spalle. Senza gettare la croce addosso a nessuno, perchè la questione esula dal singolo, è innegabile che le Fere fanno tutto da sole, costruiscono e sprecano, fanno e disfano, creano e dilapidano. C'è tanto su cui riflettere e lavorare, senza distruggere però quello che di buono (ed è tanto) è stato messo in campo in questi mesi. 

Verde: consapevolezza non è disfattismo. 
Inutile negarlo, trovare il buono in una partita persa come ieri la Ternana ha perso contro l'Avellino non è compito semplice, l'amarezza può complicare un po' la situazione, ma quello di cui siamo certi è che la consapevolezza dei limiti mostrati dai rossoverdi visti ieri al Liberati non vuol dire certamente essere disfattisti e gettare al vento quanto di buono e bello questa squadra ha mostrato in queste prime undici giornate. La delusione per una sconfitta (la terza fino ad ora) non può spegnere del tutto la luce sul fatto che questa squadra ha un gioco, che cerca di imporlo agli avversari e che ha carattere, perchè difficilmente le Fere hanno tirato i remi in barca nei momenti più difficili. Perdere come si è perso ieri deve aiutare a capire, deve dare spunti per migliorare quello che in questo momento gira poco o male, ovvero la finalizzazione delle azioni, ma guai a cospargersi il capo di cenere gridando alla disfatta e alla sconfitta. Non è il momento, non sarebbe giusto e non sarebbe coerente con quanto visto e detto fino ad ora: criticare è sacrosanto, sollevare obiezioni pure, gettare alle ortiche il lavoro no. 

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 24 ottobre 2019 alle 08:00
Autore: Marina Ferretti
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