Sulla vicenda dei tifosi che non sono entrati allo stadio “Silvio Piola” di Novara è voluto intervenire, con garbo ma con estrema decisione, il presidente della Ternana, Stefano Ranucci.
“Mi trovo in difficoltà a dover commentare un episodio del genere. Perché i nostri tifosi, nonostante la posizione in classifica, un campionato complicato non hanno abbandonato la squadra neanche nella trasferta probabilmente più lunga di tutta la stagione. E sono rimasti fuori dallo stadio per una regola interpretata in maniera eccessivamente rigida”.
“Sapete benissimo cosa è successo a Novara – continua il presidente rossoverde – e sebbene io sia sempre stato rispettoso della legge e delle istituzioni e non contempli affatto comportamenti violenti in generale, non capisco cosa avrebbe comportato portare all’interno dello stadio lo striscione con il ricordo di un tifoso che non c’è più”.
Cosa sarebbe dovuto succedere quindi, secondo lei?
“Vorrei in realtà sapere se l’ordine di non far entrare lo striscione è stata una disposizione della Questura o un’interpretazione rigida da parte del dirigente presente allo stadio. Questo lo dico giustamente perché, per ricordare Emiliano Mondonico, a questa regola si è derogato. Però, a questo punto, vorrei sapere se esistono ricordi di serie A e ricordi di serie B. Se i nostri tifosi hanno voluto protestare io li capisco: qui stiamo parlando di un loro compagno di viaggio, di avventure, di trasferte, di vita. Non di un criminale. Non c’era alcun riferimento politico o intimidatorio. In casi come questo credo che si possa utilizzare un pizzico di elasticità. Le regole certamente aiutano per non vivere nel caos, ma in certi casi non rispettarle non significa essere nel torto. Peraltro mi risulta che non sia la prima volta che accade un episodio del genere a Novara: era successo anche ai tifosi del Cesena”

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 14 aprile 2018 alle 21:25
Autore: Redazione TernanaNews
vedi letture
Print