Domenica, per la Ternana targata Unicusano, sarà una sfida al passato, al primo passato della nuova gestione, alla squadra allenata da Sandro Pochesci. Non sarà avversario semplice: personaggio eclettico e controverso. In questo articolo abbiamo provato a raccogliere tutti i titoli della sua avventura in rossoverde. Fra interviste e conferenze stampa sono stati 240 giorni sui generis...
Ha iniziato con una conferenza stampa (quella famosa dell’elicottero di Bandecchi) presentandosi così ai suoi nuovi tifosi... era il 5 luglio:
"Allenerei anche gratis anzi, qualche volta ho anche pagato per farlo"
“Ho visto tante carriere senza talento, ma anche tanto talento senza carriera” .
Ancora non era iniziato il campionato quando ha parlato per la prima e quasi unica volta del Perugia “Per me il Perugia non esiste”, disse in quella circostanza. Da allora vennero chiamati quelli là senza essere più nominati. Sempre nella stessa conferenza cercò di spiegare i suoi concetti di calcio: "Se attacco non penso a difendere".
Sempre nel precampionato, il 5 agosto, continua il processo di autoconvinzione di una squadra competitiva: “Noi dobbiamo creare una squadra invincibile”.
Il 20 agosto tocca ancora al Perugia. “Loro (il Perugia, N.d.R.) è giusto che pensano ai playoff, io però penso a qualcosa di più di loro” alludendo naturalmente alla promozione diretta, “Pensiamo se al Liberati battiamo 3-0 il Perugia che cosa può succedere”. E sempre nella stessa conferenza, capitò un battibecco con un giornalista in sala stampa, ribatté così: “Io alzo la voce perché sto a casa mia, non vi piace il tono, il mio tono è questo” 20 agosto.
Sempre in quella conferenza stampa, e il giorno immediatamente successivo, visto che si cominciava ad entrare in clima campionato Pochesci analizza la rosa. “Per me quelli che ho oggi sono tutti ragazzi pronti ed idonei al campionato di B”;
“Questi ragazzi voglio farli diventare tutti ternani che per mandarli via da Terni ci vogliono le bombe a mano, voglio giocatori che qui hanno il loro presente e chissà magari anche un futuro come istruttori”.
E, stuzzicato, ha anche paragonato quella rosa a quella precedente, completamente smantellata, dal nuovo corso "Io ho esaminato tutta la rosa della Ternana, non mi piacevano i giocatori della Ternana, ho scelto i migliori che ci sono nelle nostre possibilità” ;
“I mercenari non hanno mai vinto niente”;
"I giocatori della vecchia guardia non mi piacevano”.
Ma il clou della conferenza del 20 agosto fu quella del sistema di gioco. Aveva dichiarato che avrebbe giocato con un 3-7, in quella circostanza dichiarò “vi siete messi a ridere quando ve lo dissi, allora vi aggiungo che modifico. Giocherò 3-1-6, per mettere un giocatore a guardia della difesa” che poi io sistema di gioco (sul quale ha scritto un libro) è stato 3313, pensato anche da Glerean qualche decennio prima, o un 352 molto offensivo poco importa...
Il 24 agosto torna sui temi del suo calcio con questa considerazione “Dobbiamo giocare senza pensare, non si può pensare in Serie B. Perchè se non pensiamo il nostro avversario non capisce ed è un vantaggio per noi”.
Il 25 agosto, vigilia dell’esordio del campionato contro l’Empoli, dichiara che “Stavolta giocherà con l'attacco a farfalla e la difesa a riccio” argomentando poi le due metafore.
Il 12 settembre si prende addirittura la scena nazionale dicendo in conferenza che “Ibrahimovic potrebbe avere difficoltà con la nostra squadra, visto che si gioca palla a terra e con massimo due tocchi”
Il 15 settembre torna sul suo rapporto con la stampa e com i media nazionali: “Anche Sky vuole la formazione un ora e mezza prima: io gliela dò sbagliata e poi la cambio un quarto d'ora prima”
Il 5 ottobre invece un’uscita, la prima, in cui fu necessaria una secca retromarcia anche da parte della società: “Non siamo il Real Madrid ma neanche il Don Gnocchi” fu registrato come incidente di percorso, un modo di dire in un contesto sbagliato. Ma il personaggio Pochesci aveva cominciato ad avere seguito non soltanto in città. E il clou arriva a cavallo fra l’andata e il ritorno dello spareggio contro la Svezia, che avrebbe dovuto consentire all’Italia l’accesso ai Mondiali di Russia. Ecco Pochesci l’11 novembre: “Non siamo come l’Italia che annamo contro la Svezia e se famo pure menà, oltre che è una squadra de profughi se semo fatti anche menà e mo rischiamo de anna pure a casa. Una volta l’Italia menava e vinceva adesso ce menano e piagnemo. Semo diventati tutti pariolini. Nun se po' giocà co la paura, se mettevamo una squadra di Lega Pro contro al Svezia vincevamo. Quando c’è paura che te fai? Autogol”
La società si irritò moltissimo, ci fu una vasta eco per queste dichiarazioni, Pochesci passò quasi per l’eroe popolano che dice quello che pensa senza paure. Arrivò anche l’ospitata a Sky dove riuscì a beccarsi con Costacurta: “Lì c’è Billy Costacurta, e menomale che c’aveva Baresi ed ha fatto una grandissima carriera”.
Fu l’ultima scintilla di Pochesci a livello mediatico. Poi Bandecchi decise di mettergli un tutor per le interviste e le conferenze stampa pre partita. Vincolò praticamente al silenzio, per evitare ribalte decisamente non calcistiche, il suo allenatore che, nel frattempo, raccoglieva più consensi fuori dal campo che dentro.
L’ultima apparizione da tesserato rossoverde fu sempre ai microfoni di Sky, la sera del suo esonero. Già sapeva di essere stato cacciato e si presentò in mix zone. E al termine dell’intervista urlo al microfono: "La squadra è viva!".
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