Chi avrà avuto la bontà di leggere il mio ultimo editoriale si ricorderà probabilmente il titolo:
"Fatta la legge...?"
E, quanto al contenuto, giù tutta una tiritera per cercare di spiegare che l' art. 50 delle NOIF ammette modifiche all' ordinamento dei campionati solo a partire dall'anno successivo alla delibera.
Tutto questo per mettere a tacere ogni illazione, ma soprattutto ogni preoccupazione relativa al l'eventualità di un campionato di Serie B ridotto a 20 squadre.
Ma il titolo rimaneva comunque "suggestivo", in quanto nello sconclusionato mondo pallonaro italiano nulla può essere dato per scontato, conoscendo bene i "curiosi" usi e costumi del Palazzo.
Poi, nel momento in cui sono saltati in aria il Cesena e il Bari, c'è stata l'immancabile esplosione di gioia della tifoseria, che già accarezzava il sogno di un immediato ritorno in serie B, appena persa dopo l' invereconda conclusione dello scorso campionato.
E già si fantasticava su di una stagione finalmente all'altezza delle tradizioni della Ternana, grazie ad uno staff tecnico fatto finalmente di gente esperta e preparata e con il recondito sogno di vedere addirittura realizzata la promessa formulata da Bandecchi al suo arrivo a Terni (serie A in due anni).
Ternana dunque tranquillamente ripescata, con la benedizione di tutti i media nazionali.
Ma abbiamo fatto i conti senza l'oste...
E l' "oste" nella fattispecie è stata la Sezione Disciplinare del Tribunale Federale, che, con un tempismo quantomeno inusitato (per non usare aggettivi peggiori), ha accolto il ricorso "sottotraccia" presentato chissà da quanto tempo dal Novara (forse su opportuna imbeccata...) perpetrando l'ennesima "violenza carnale" alla vigente normativa calcistica federale.
Impossibile, in effetti, pensare che, con i pletorici tempi della giustizia sportiva italiana (per non parlare di quella ordinaria), il ricorso sia stato presentato il 17 giugno ed accolto nel pomeriggio del medesimo giorno...
Fatto sta che l'autorevole collegio ha deciso (testuale) "di annullare la delibera del Commissario Straordinario FIGC di cui al CU n. 54 DEL 30.5.2018 nella parte in cui a pag. 14, punto D.4 del CU sopra richiamato, si legge che “le Società che hanno scontato nelle s.s. 15-16, 16-17 e 17-18 sanzioni per il mancato pagamento, nei termini prescritti, degli emolumenti dovuti ai tesserati, lavoratori dipendenti e collaboratori addetti al settore sportivo o delle ritenute IRPEF, o dei contributi INPS o del Fondo Fine Carriera relative ai suddetti emolumenti, saranno computate ai soli fini della redazione della classifica finale, ma saranno in ogni caso escluse dalla possibilità di colmare vacanze di organico”.
Il che, tradotto in soldoni, significa che da martedì scorso qualsiasi società calcistica professionistica potrà tranquillamente evitare di pagare stipendi, contributi e tributi, perchè in caso di ripescaggio potrà comunque essere presa in considerazione ed entrare nella relativa graduatoria.
Vero è che il Novara ha fatto valere l'eccezione secondo la quale nel momento in cui venne contestato alla società piemontese il mancato pagamento di retribuzioni e contributi, non esisteva la norma che regola attualmente i ripescaggi.
Inutile ora buttarsi su di una dotta disquisizione relativa all'applicabilità di una norma o di un regolamento "ex tunc" (da allora) o "ex nunc" (da adesso in poi), visto che questa complicata materia leguleia risulterebbe indigesta per i non addetti ai lavori.
Resta però il fatto che di questa a dir poco vergognosa decisione si avvarranno il Novara, il Catania e chissà quante altre società, che hanno pacificamente e reiteratamente violato i più elementari doveri della buona amministrazione e della correttezza, aggirando non soltanto i termini dei regolamenti federali, ma anche soprattutto i principi più elementari posti alla base della legalità in senso lato, con buona pace della Ternana e delle altre poche società calcistiche virtuose.
Ma, ripeto, questa è la giustizia "sportiva" italiana...
Fatto sta che il campanello d'allarme che continuava a suonarmi nelle orecchie, nonostante un' evidenza dei fatti che poneva tranquillamente e con ottimo diritto la Ternana in pole position per il ripescaggio in serie B, alla fine ha avuto ragione.
Ora, alla società, a Patron Bandecchi, al Presidente Ranucci e al loro ottimo staff di legali l' improbo compito (è inutile nasconderselo) di utilizzare tutti i più ferrei mezzi messi loro a disposizione dalla giustizia sportiva e da quella amministrativa ed anche da quella ordinaria al fine di sovvertire e capovolgere questa ignobile decisione, che legittima l'illegalità, a discapito della correttezza, dell'onestà, della buona amministrazione e, in senso più generale, della stessa legalità.
Anche ricorrendo al TAR Lazio secondo quanto previsto dalla "legge Carraro"; autorità giudiziaria che, però, mi si dice sia presieduta dallo stesso presidente del Tribunale Federale (in questo caso ci sarebbe una più che palese incompatibilità tra i due ruoli, ma dubito che l'eventuale giudice designato vada contro un provvedimento emesso dal suo stesso presidente, sia pure in separata sede...).
Ed eventualmente impugnando l' eventuale sentenza negativa del Tar davanti al Consiglio di Stato.
E, nel caso, arrivando addirittura alla Corte di Giustizia europea!
Fino a giungere al blocco dei campionati!
Questo è quanto richiede la tifoseria ternana, che sta subendo una seconda ingiusta ed infamante retrocessione nel giro di poche settimane!
Ma questo, soprattutto, è quanto richiede il doveroso rispetto di quei principi, anche costituzionali, che devono necessariamente ed inderogabilmente essere posti a fondamenta e limite invalicabile di quella Giustizia troppo spesso ignorata e scavalcata nel nostro disgraziato paese.
È tempo di dire basta a quel perverso detto secondo il quale " fatta la legge, trovato l'inganno" !

Sezione: Editoriale / Data: Gio 19 luglio 2018 alle 00:00
Autore: Massimo Minciarelli
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