Siamo arrivati alla fine. Nel peggiore dei modi. Squadra retrocessa, ultima in classifica, uscita con le ossa rotte dall’ultimo step di campionato, quello che, dopo l’esaltante vittoria nel derby, sembrava averla lanciata verso la salvezza. Illusione. La squadra si è sgonfiata come un palloncino al sole confermando tutti i limiti che aveva posto in evidenza durante la stagione. Il disfacimento di un progetto tecnico incomprensibile, frutto di una superficialità e di una presunzione iniziale che hanno posto la base all’epilogo negativo della stagione.

La società ha presunto di conoscere un campionato per lei nuovo di zecca ignorandone invece le mille insidie nonostante questo che sta terminando sia stato di gran lunga il più modesto (per qualità) degli ultimi anni. Superficialità per aver consegnato “chiavi in mano” come ha detto Bandecchi a tecnico e diesse che al pari dei dirigenti hanno ignorato le necessità che un torneo di serie B impone a chi vuole cimentarsi anche con il solo obiettivo della salvezza e non quello, colpevolmente reclamizzato dei play off. C’è chi ha curato più il proprio “personaggio” che l’organizzazione di gioco, chi è stato invece fuori dal dibattito evitando così di dare risposte in tante circostanze. Così è andata a finire come – senza essere gufi o uccelli del malaugurio - in tanti avevamo ipotizzato. Con nostro sommo dispiacere perché sarebbe bastato poco, magari a gennaio, per sistemare alla meglio le cose e giocarsi al meglio le proprie carte in una competizione che di squadre modeste, più o meno come la nostra, ne ha proposte.

Progetto tecnico fallimentare, dicevamo. Perché ad un’analisi attenta è difficile dare una connotazione precisa all’organico rossoverde. Senza entrare troppo nei dettagli si può affermare, senza tema di smentita, che quella allestita non è una rosa forte fisicamente: dalla difesa al centrocampo dei piccoletti fino all’attacco. Ma non è nemmeno all’altezza delle necessità a livello tecnico. Dribbling, gioco a uno o due tocchi, cross in corsa, capacità di adeguarsi a diverse esigenze tattiche sono mancate clamorosamente in tante occasioni. Eppoi vogliamo parlare di esperienza? Pressoché nulla in avvio, appena migliorata in corsa ma con elementi che in carriera quasi mai hanno vinto qualcosa d’importante. Altra considerazione. Se un organico non è esperto dovrebbe essere almeno giovane. Niente da fare invece perché la Ternana di quest’anno non ha saputo proporre giovani del proprio vivaio né di quello altrui stante le pochissime presenze di gente come Bordin e Zanon. Da ultimo forse il limite più grave: la mancanza di personalità. Quella che sarebbe servita proprio nel momento decisivo, dopo il derby vinto a Perugia che forse, oggi viene da pensare, potrebbe aver prosciugato le energie nervose del gruppo.

Insomma, tanti errori a livello tecnico, di campo, per una società che resta comunque proprietaria del club e che dovrà essere chiamata alla riprova nella prossima stagione. Ha sbagliato grossolanamente l’impatto ma, com’è giusto, avrà l’occasione per riabilitarsi, per riscattarsi. Oggi, per quanto mi riguarda, è questa l’unica opzione che vedo praticabile. Perché la storia del “se i tifosi mi vogliono o no” la considero soltanto una reazione a caldo dopo la retrocessione. Certo che i tifosi arrabbiati vorrebbero che si cambiasse tutto dopo il tonfo. E’ normale. Ma poi torna la ragione, la riflessione. Bandecchi che si è sempre definito “uomo vincente” avrà una gran voglia di rifarsi, di non gettare al vento risorse economiche e di tempo impiegate da giugno ad oggi. Il nuovo Sindaco avrà tante questioni d’affrontare che mettere in piedi un gruppo di ternani per gestire la squadra appena retrocessa sarebbe l’ultimo dei suoi pensieri. E l’azionariato popolare non ha funzionato nemmeno con la Ternana di Viciani in serie A. Quindi, da una parte e dall’altra, la cosa migliore da fare è valutare con freddezza la situazione che, a meno di pretendenti dell’ultima ora, vede Unicusano quale unica soluzione per il futuro immediato. Tutti meritano una prova d’appello. Ovviamente anche Bandecchi. La sua voglia di riscatto potrebbe essere determinante anche senza esternarla con proclami che nel calcio di solito “portano male”. Ma questo adesso lo sa anche lui. Quindi costruire un organico giusto per la serie C provando a lottare per l’immediata risalita è l’unica notizia che è giusto attendersi, magari con il ritorno all’antico. Ternana sui loghi e Unicusano “nuovo” sponsor. Anche se in C sarebbe un primo esempio di quel ritorno alla normalità che spesso nel calcio è risultata la chiave giusta per ottenere qualcosa d’importante.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 15 maggio 2018 alle 00:00
Autore: Massimo Laureti
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