Sembrava che le due vittorie interne consecutive avessero riposto in un cassetto la crisi passeggera della Ternana invece, mai dare qualcosa per scontato: il calcio è pronto a smentirti un attimo dopo. Così De Canio e i suoi hanno infilato una sconfitta esternane un pareggio casalingo del tutto inimmaginabili. Creando occasioni ma concedendone una quantità esagerata agli avversari che, ovviamente, ne hanno fatto buon uso.

Così, due vittorie e un pareggio in sei partite hanno messo in ghiaccio, per ora, i sogni di gloria della Ternana che, nelle speranze del patron Bandecchi, sarebbe dovuta essere davanti a tutti entro la fine di dicembre. Se ne riparlerà più avanti. Ma ad una condizione: che si riporti la necessaria serenità in un ambiente che è andato in fibrillazione. Si sapeva che la Ternana, in virtù dell’organico allestito e delle ambizioni mai celate, sarebbe stata il bersaglio preferito di ogni avversario e che avrebbe dovuto sostenere le scontate pressioni dell’ambiente.

I tanti problemi iniziali, gli infortuni e tante altre piccole cose hanno contribuito a piazzare ostacoli sul cammino di Defendi e soci. Però sarebbe stupido non sottolineare che ad oggi, anche per tutti i motivi sopra elencati, la Ternana sembra aver perso le proprie certezze. Non ha un riferimento di gioco certo tanto che pure la difesa sulla quale aveva costruito la prima parte positiva della stagione ha cominciato a ballare. Troppo. E così il gigante si è andato sgretolando sotto i colpi di compagini tutt’altro che irresistibili. Tutto questo oltre alla prevedibile ira dei tifosi ha generato un malessere evidente nella società che, secondo prassi, ha preso di petto la squadra. “Tutti in ritiro” ha tuonato il presidente Ranucci che nel suo intervento nel post partita di domenica ha evitato accuratamente di fare riferimento al tecnico. E quando è arrivata la domanda più scontata, proprio quella relativa al futuro di De Canio, bersaglio preferito della tifoseria, ha sfoderato pregevoli dribbling, utili al momento ma non certo risolutivi. Perché il nodo resta. Qual è il futuro del tecnico? Difficile immaginarlo fuori dalla contesa società-calciatori. Lui ci sta dentro per forza di cose. Per questo dovranno essere come al solito i risultati a chiarire la situazione. Se la Ternana tornerà a vincere, magari regalando anche squarci di bel calcio, rientrerà la crisi e il capodanno diventerà momento di relax per tutti. Altrimenti il fine anno diventerà una sorta di trincea dentro la quale la società, con le proprie decisioni, cercherà di rintuzzare gli attacchi di una piazza delusa.

Quindi, tutti nel calderone, tutti sotto esame, tutti incerti del proprio futuro. Anche perché filtrano notizie di un Bandecchi nero come la pece. Lui ha investito tanto e chiede un riscontro tangibile ai propri sforzi. De Canio e i suoi debbono fare in modo di portarglielo come regalo di fine anno. Altrimenti non sarà difficile immaginare l’intervento deciso del patron che potrebbe usare la sciabola in luogo del fioretto mostrato fin qui.

Tutto questo al netto di qualche favoletta su presunti ritorni impossibili anche da ipotizzare per le scelte fatte in passato dalla società e anche perché chi sta lavorando per altri club ha in tasca contratti regolarmente depositati in Lega. E poi, chi ha vissuto le vicende della Ternana, da quelle antiche a quelle più recenti sa che le minestre riscaldate non hanno mai funzionato. Anche quando a tornare è stata gente che aveva fatto la storia del club.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 18 dicembre 2018 alle 00:36
Autore: Massimo Laureti
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