Le parole pronunciate da Paghera alla fine della partita di Sambenedetto del Tronto basterebbero per sintetizzare il momentaccio della Ternana. Difficile aggiungere qualcosa quando è uno dei calciatori, quindi dei diretti interessati, a definire indecenti le ultime prestazioni della squadra. Noi ci accodiamo. Indecente la prova contro la Sambenedettese. C’è poco da girarci intorno. Impossibile indorare una pillola amarissima per la società, per i tifosi, per lo stesso Gallo che si aspettava molto di più dai suoi. Invece, niente da fare. La solita Ternana del 2019. Senza verve e senza idee, capace di massacrarsi con le proprie mani e prestare il fianco anche a qualche incursione malandrina del direttore di gara, tra i più inadeguati visti quest’anno. Però se sei in fondo alla classifica difficile poterti aspettare il migliore del lotto a dirigere una tua partita. Quindi, modesto, ma nella norma.

Però al di la dei commenti resta la situazione complicatissima nella quale si è venuta a cacciare la Ternana che da grande favorita del girone rischia di diventarne una delle cenerentole.

Sembra impossibile ma questo dicono i fatti. Eppure, noi che siamo ottimisti ad oltranza, continuiamo a sostenere che l’organico rossoverde è tra i migliori del lotto e che questa squadra può dare molto di più di quanto prodotto fin qui.

Questione prima di tutto di personalità che alimenta la voglia di reagire, di riprendersi il proprio senza per questo andare fuori di testa, cose che, invece, succede troppo spesso. Personalità di andare a scovare nell’animo di ogni rossoverde perché sperare di trovare improvvisamente la serenità per giocare al meglio è pia illusione. La Ternana dovrà fare i conti con un Liberati semi deserto e con una tifoseria che al momento è inevitabilmente ostile. Perché illusa e poi delusa nel modo peggiore.

Per questo fanno bene la società e il tecnico Gallo a tenere in ritiro i rossoverdi. Lì, se ne avranno la forza (speriamo) potranno ritrovare se stessi e lavorare senza alcun altra distrazione. Perché è chiarissimo che oggi la Ternana ha bisogno di allenare la testa e le gambe. E molto. Anche se Gallo farà bene, a nostro avviso, a non caricare di troppi teoremi tattici una squadra che fa presto a dimenticare tutto sul campo rifugiandosi nel lancio lungo a cercare le punte, senza quasi mai trovarle.

Poche nozioni ma mandate a memoria, ripetute fino alla nausea. E scelte nette, definitive, nella speranza che gli infortuni abbandonino per un po’ il gruppo già martoriato come pochi altri. Scelte utili anche per non mandare in confusione i più generosi (vedi Pobega) con cambi di ruolo continui ma anche per cercare di dare certezze a chi nella confusione si dimena da due o tre mesi rischiando di annegare.

Certezze tattiche e tecniche poggiate su una condizione fisica da migliorare. Compito facile soltanto sulla carta ma da svolgere senza indugi se si vorrà salvare il salvabile. In una stagione in cui le colpe vanno ripartite tra tanti protagonisti, Fabio Gallo è l’unico che non ne ha. Ed è tra i pochi che può avere la lucidità necessaria per adottare le scelte migliori. Per questo è giusto sostenerlo fino alla fine. Sostenere lui vuol dire anche dare una grossa mano alla Ternana nel momento più difficile degli ultimi anni. La squadra chiede il supporto della tifoseria, un sacrificio, stante la rabbia e la delusione, che potrebbe essere fondamentale nel salvataggio della stagione.

Poi, alla fine dei giochi, ci sarà tempo e modo per un’analisi approfondita e spietata. Oggi c’è da salvare la categoria. E non è poco.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 26 febbraio 2019 alle 00:00
Autore: Massimo Laureti
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