Il peggio è arrivato. La Ternana gira a 20 punti e l'incubo si è materializzato. Ora per salvarsi ci vuole una bella impresa: fare almeno 27 punti per rimanere in serie B che è sempre stato l'obiettivo minimo di questa proprietà.
Inutile stare a dire come è andata la partita. Cominciamo a sgombrare il campo dagli equivoci: sul campo la Ternana avrebbe meritato di pareggiarla. Due traverse, un salvataggio sulla linea, forse anche un rigore. Ma tutto questo non lenisce le ferite di un popolo furente che vorrebbe prendersela con qualcuno. E neanche in questo la tifoseria è unita. Tifoseria che meriterebbe un discorso a parte (visto che stavolta contro l'Ascoli come minimo le presenze erano pari...) ma eventualmente approfondiremo l'argomento, anche perché, anche in questo caso non c'è un'unica causa, anzi...
Dicevamo: la tifoseria, come la nostra redazione, non è unita per individuare un responsabile. Chi se la prende con i giocatori, chi con l'allenatore, chi con la proprietà, chi con i dirigenti (che non ci sono). Hanno tutti ragione. Le colpe sono condivise. Sono di tutti. Allo stesso modo. Ma a nostro avviso le responsabilità maggiori sono della proprietà. Quello che sta succedendo a Terni è la conseguenza di una gestione non comprensibile della società in questi ultimi anni.
Questa squadra non è forte, ha molti limiti, anche caratteriali. L'allenatore non sarà certamente un guru della serie B e commette anche errori, ci mancherebbe pure. E chissà che questi errori alla fine non li paghi solo lui. Ma se questa squadra è così, se questa è stata la scelta sull'allenatore (una scelta strana anche perché non è stato scelto un direttore sportivo) è responsabilità della proprietà.
Questa squadra non ha mai avuto futuro. Ogni anno è stata cambiata per l'80%, ogni anno i giovani che vengono valorizzati poi non c'è stato nessun ritorno per la causa rossoverde. Nel corso degli anni sono stati persi patrimoni umani e giocatori di spessore. Non sono stati trovati dirigenti di fiducia piena della società che potessero gestire la Ternana secondo le linee guida della proprietà e che potessero dare un futuro a questa squadra.
La società ha optato per un'opzione slim della propria struttura e questo non sta pagando. Il presidente non si vede praticamente mai in città, con la squadra o con l'allenatore. La logica dei prestiti senza uno zoccolo duro potrebbe portare a delle ripercussioni ancora più gravi a fine anno: pensateci su. In questa squadra il prossimo anno rimarrebbero (ad oggi): Valjent, Meccariello, Sernicola, Battista, Defendi, Dugandizic e Flavioni. Pochi. E nessuno vuole accusare di mancanza di professionalità i ragazzi che compongono un gruppo che finora non ha lesinato impegno e applicazione. È una questione psicologica. Soprattutto ora che bisogna dare il 110%. A questo e al mercato bisognerà pensare.
A questo al mercato e all'allenatore: si vuole dare ancora fiducia a Carbone o no? È un nodo che va sciolto subito.
La Ternana ha bisogno di ricompattarsi, ma di capire le sue intenzioni. C'è bisogno di tutto per salvarsi. Ma soprattutto capire i propri errori. Altrimenti sarà sempre peggio.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 31 dicembre 2016 alle 01:26
Autore: Redazione TernanaNews
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