Due punti in quattro partite, la classifica che langue come non mai da quando la Ternana è tornata in serie B. Sette gol subiti nelle ultime quattro contro i tre segnati. Due vittorie buttate via nei secondi finali. Contro Trapani e Cesena con la spintarella, mai richiesta, di scelte arbitrali discutibili ma non censurabili a priori. Hai voglia a fare pistolotti contro la classe arbitrale assegnando agli eventuali errori dei direttori di gara problemi che invece sono proprietà indiscussa di questa Ternana che non riesce a decollare. Ha voglia il tecnico Carbone ad affermare che la squadra sta per esplodere. La realtà dei fatti gli da torto perché la Ternana vista contro il Cesena non è stata straordinaria così come non lo era stata a Trapani. Contro i siciliani qualcosa di più aveva combinato ma contro i romagnoli basta dare un’occhiata allo score del match per rendersi conto che la squadra di Drago ha giocato meglio e prodotto di più dei nostri. Un esempio? Dieci tiri nello specchio della porta contro i tre della Ternana che la sua prima conclusione l’ha confezionata al 37’ quando Avenatti ha segnato il gol del vantaggio. E poi pali e salvataggi sulla linea. Insomma, la sparata post gara dell’allenatore ha tanto il profumo dell’alibi. Forse anche giustificabile in un momento tanto delicato ma, al tempo stesso, pericolosa perché da la sensazione di essere stato l’ultimo appiglio possibile per un allenatore che dopo un quarto di stagione non è ancora riuscito a individuare l’undici base, se non il modulo tattico.

A nostro avviso la Ternana ha un gruppo di giocatori di medio livello, giovani di belle speranze e qualche giocatore più esperto. Non riesce ancora ad essere una squadra di senso compiuto nonostante abbia dimostrato a più riprese di avere carattere, voglia di fare, capacità di reazione. Sta usufruendo del migliore Avenatti d’inizio stagione da quando è arrivato in rossoverde visto che a questo punto della stagione quattro gol mai li aveva segnati. Soffre una sorta d’involuzione di Falletti, forse anche un po’ frastornato dal continuo cambio di compiti in campo. Nel complesso fatica a costruire gioco e azioni da rete con continuità e ripetitività di movimenti: con la manovra corale insomma, al di la del cross di Zanon. E dietro fatica a difendere di squadra, specie quando l’avversario trova spazio per crossare palloni alti in area. Di Gennaro non è un portiere che ha nell’uscita alta il pezzo forte del proprio repertorio così i due centrali, peraltro non altissimi né fortissimi fisicamente, finiscono per andare spesso sotto pressione.

Insomma, di problemi ce ne sono e sarebbe utile che il tecnico di questi parlasse, che individuasse motivi di miglioramento piuttosto che esaltare prestazioni normali peraltro non confortate da risultati adeguati. Perché altrimenti si rischia di sprofondare in qualcosa di difficilmente comprensibile. Perché se la Ternana continua a fornire prestazioni straordinarie o esaltanti, come le ha definite Carbone, qualcuno dovrà spiegare qual è il motivo che la relega in fondo alla classifica con una sola vittoria all’attivo alla seconda giornata, ovvero un paio di mesi fa, in un campionato che tutti gli osservatori definiscono modesto rispetto a quelli passati, fatta eccezione per il Verona che, non a caso, passeggia quasi ogni volta che va in campo.

Per questo un reset profondo è indispensabile al pari di una presa di coscienza seria e attenta alla vigilia di una trasferta complicatissima e di due gare interne consecutive che potrebbero segnare pesantemente il destino della squadra e del suo allenatore.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 24 ottobre 2016 alle 16:00
Autore: Massimo Laureti
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