Metabolizzare la sconfitta di Vercelli non è assolutamente facile per una serie di motivi difficili da digerire.
Prima di tutto perché ci sta perdere con il Verona, ma non con la Pro Vercelli, apparsa squadra non certo trascendentale e alle prese con problemi che la vittoria ha fatto passare in second’ordine. 
E’ vero c’è da recriminare per la mancata concessione del calcio di rigore per il fallo su La Gumina e sulle due traverse colpite da Defendi e Falletti, ma è troppo poco per non essere preoccupati della situazione attuale dei rossoverdi.
C’è la classifica che preoccupa e c’è la sterilità offensiva o meglio l’incapacità di creare situazioni di pericolo per i portieri avversari a far squillare un campanello di allarme. Non vorremmo essere tacciati di pessimismo cosmico ma ci sono le statistiche, i numeri come  testimoni incontrovertibili di una situazione imbarazzante.
Certo tutti confidiamo nel lavoro del tecnico, nel tempo che speriamo possano attutire le problematiche esistenti ma leggere che in quanto a tiri in porta la Ternana occupa l’ultima posizione  (18 ), che per i tiri totali è penultima ( 47 ) seguita solo dal Pisa ( 46 ) e che occupa l’ultima posizione in quanto a gol segnati ( 4 ) insieme a Trapani e Vicenza, sinceramente non può lasciare tranquilli.
Un’ulteriore riflessione, poi, ci porta a considerare che la squadra non va in gol da 241 minuti, che ha realizzato due gol su calcio di rigore con Avenatti, un gol su mischia con Meccariello e un eurogol con Falletti a Perugia.
Poco, troppo poco per guardare con ottimismo al futuro rossoverde ed è ancor più preoccupante perchè lì davanti ancora non si è trovata la soluzione per risolvere la sterilità offensiva.
Carbone ci lavora intensamente durante la settimana, ma la soluzione è ancora lontana: questione di uomini, di caratteristiche tecniche dei giocatori, ma forse anche di manovra perchè raramente si costruiscono azioni che mettono in difficoltà gli avversari negli ultimi 20 metri. La Ternana si accende solo se si accende Falletti, ma non può essere solo lui il deputato a risolvere le problematiche offensive esistenti.
Le ha provate tutte Carbone: una o due punte, uno o due trequartisti ma il risultato purtroppo, e lo affermiamo con dispiacere, non è cambiato. Ha provato tutti gli elementi a disposizione, da Avenatti a Surraco, da Battista a Falletti, a La Gumina a Di Livio. Resta da provare l’adattabilità di Palombi; l’ex biancoceleste è stato poco utilizzato dal tecnico calabrese e meriterebbe una canches anche lui perchè a volte anche un uomo può risolvere le problematiche esistenti. Ci sarebbe, poi, Dugandzic ma l’attaccante, purtroppo, ha accusato dall’inizio della preparazione una serie di infortuni incredibili che praticamente lo hanno tagliato fuori dalle scelte dei tecnici che si sono alternati alla guida della Ternana.
Purtroppo, e lo diciamo con grande rammarico, quando in estate si diceva che tra le scelte obbligate di mercato doveva esserci l’arrivo una punta con buone doti realizzative da utilizzare in caso di una stagione non ottimale di Avenatti eravamo, purtroppo, nel giusto. E’ chiaro che Carbone ha una brutta gatta da pelare, ma migliorare lì davanti è imprescindibile per occupare una posizione migliore di classifica e non incorrere in malaugurati rischi.
 

Sezione: Editoriale / Data: Mer 12 ottobre 2016 alle 11:30
Autore: Ivano Mari
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