Parliamoci chiaro: il punto preso dalla Ternana al Romeo Neri di Rimini va sicuramente bene.
In effetti credo che sia giunto il tempo di fare tutti quanti un po' di esercizio di sana umiltà; società in primis, poi giocatori, stampa ed infine anche i tifosi.
È giunto il tempo di abbandonare i sogni di gloria (o meglio gli incubi) che hanno caratterizzato questa ennesima disgraziata stagione rossoverde e, dato il lungo periodo cupo, di pensare alla sostanza e, soprattutto, a rimettersi in cammino in maniera regolare.
Alla luce di quanto sopra, il dato che emerge dal confronto con la squadra riminese appare sufficientemente confortante.
Intanto, sembrerebbe che si cominci a vedere la mano di Fabio Gallo: il che, dati precedenti, non sarebbe poco.
Ma preferisco non a caso usare il condizionale, visto che questa Ternana  nella presente stagione ci ha abituati a clamorose inversioni di marcia.
Comunque, nell'occasione, squadra compatta, giuste distanze tra i reparti, sufficiente concentrazione (amnesia di Diakitè a parte), palla a terra senza troppi lanci lunghi (alla Lopez...), qualche bella trama di gioco, giocatori che, contrariamente al solito, non si sono nascosti e, soprattutto, al gol del pareggio dello stesso Diakitè, un bell' abbraccio generale che fa ben sperare sul fatto che le ruggini passate siano in corso di superamento.
Per carità, niente di trascendentale, niente di eccezionale.
Ma, se non altro, questa volta si è avuta l'impressione di una squadra che ha  provato a giocare al calcio e non alla corsa dei cocomeri in salita come precedentemente avvenuto di frequente...
Ma la cosa più importante è che la Ternana, contrariamente al solito, non si sia squagliata come neve al sole al primo intoppo e, cioè, in occasione del più che immeritato gol del vantaggio dei padroni di casa.
In effetti c'è stata una bella reazione di carattere raramente verificatasi in precedenza e questo fa ben sperare per il futuro.
Certamente l'avversario di turno non era dei più forti, anzi il Rimini è apparso squadra di mediocre spessore; ma in precedenza più volte le Fere erano state messe in difficoltà anche da formazioni più malmesse dei romagnoli.
Motivo per cui, continuando nell'esercizio di umiltà di cui in premessa, almeno per questa volta è il caso di accontentarsi e di segnalare positivamente i miglioramenti emersi dalla partita di martedì sera.
La strada della guarigione, è inutile nasconderlo, è ancora molto lunga e se si vorranno continuare a coltivare sogni timidamente ambiziosi (leggi play-off in posizione non penalizzata) sarà il caso che mister Gallo continui a lavorare alacremente sulla testa dei giocatori, cercando di restituire loro quella fiducia nei propri mezzi e quell'autostima clamorosamente mancate in troppe occasioni.
La speranza è che si incontrino in futuro anche arbitri meno "casalinghi" di quanto non lo sia stato quel direttore di gara spedito da Lecce a dirigere l'incontro dell'altra sera.
È vero che se, ci si lascia sorprendere ingenuamente come è accaduto al sin troppo generoso Diakitè  in occasione del penalty per il Rimini, troppi rigori ci fischieranno ancora contro; ma è anche vero che un minimo di equità in più da parte degli arbitri non guasterebbe.
Pertanto, è tempo che la società si faccia sentire in opportuna sede.
Ora, sabato prossimo in quel di San Benedetto del Tronto (ma perché chi comanda pretende di far giocare queste partite durante il periodo invernale alle 20:30...?), al cospetto della formazione marchigiana guidata dal sempre vulcanico Franco Fedeli, attendiamo la riprova dei miglioramenti emersi nel corso dell'ultima partita.
La vittoria sarebbe la panacea di tutti i mali, ma anche un punto alla fine andrebbe accettato serenamente, soprattutto se compatibile con quanto emergerà dal campo.
Chiudo questo "tenero editoriale" con una nota della quale sinceramente avrei fatto volentieri a meno. 
Faccio riferimento all'ennesimo "exploit mediatico" inscenato dall' ex allenatore della Ternana Sandro Pochesci, questa volta nel corso della trasmissione "Campo aperto" in onda domenica scorsa su Tef Channel.
Essendo ospite fisso in qualità di opinionista di quella trasmissione, qualcuno si è meravigliato del fatto che, di fronte alle sconcertanti dichiarazioni dell'allenatore romano, il sottoscritto non abbia preso posizione.
In realtà, non ho creduto che fosse minimamente il caso di gettare ulteriore benzina sul fuoco, limitandomi a dire semplicemente, ma più che suggestivamente,  che "ognuno deve assumersi le responsabilità di quello che dice" e che, in ogni caso, questa storia sarebbe finita sicuramente in tribunale.
Più chiaro di così...
Resta il fatto, di per se sorprendente, che, di fronte alle affermazioni a dir poco discutibili (se non peggio) di Pochesci, soltanto l' USSI Umbria abbia preso posizione, mentre sulla sponda della società rossoverde la cosa è stata presa con estrema nonchalance...
Invero, forse per deformazione professionale vista l'attività che svolgo in via principale, mi sarei contenuto personalmente in maniera ben diversa.
Ma ognuno è libero di comportarsi come meglio ritiene.
E, in fondo, forse è stato meglio così...

Sezione: Editoriale / Data: Gio 21 febbraio 2019 alle 00:00
Autore: Massimo Minciarelli
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