Proprio vero, al peggio non c’è mai fine. Pensavamo che la Ternana avesse toccato il fondo perdendo in casa la partita con il Fano che avrebbe potuto e dovuto vincere. Invece ai nostri è riuscita l’impresa, già perché d’impresa si tratta, di perdere ancora, stavolta con la Vis Pesaro, giocando la partita più brutta della Ternana a memoria di tifoso medio. Perdere senza lottare, senza tirare una sola volta verso la porta avversaria. Il diesse Leone aveva dichiarato presentando Calori: “ perdere ci sta ma non come abbiamo fatto contro il Fano”. Perfetto. Subito accontentato. Defendi e soci hanno perso in maniera ancora peggiore.

Davvero una bella risposta a tecnico e diesse che chiedevano impegno totale, attaccamento alla maglia e via dicendo. Così la situazione è diventata pesantissima, ai limiti della sostenibilità. Dicono dalla Ternana che si tratta di un problema di testa. Può darsi, perché dubitarne? Casomai sarebbe interessante capire come, quando e perché è comparso improvvisamente questo problema in una squadra che stava viaggiando veloce, che era teoricamente in testa alla classifica con margine fino a qualche settimana fa, sfruttando le gare da recuperare.

Inspiegabile, anche per gli osservatori più attenti e assidui. Però squadra, diesse e tecnico (quest’ultimo in minima percentuale visto il recentissimo arrivo) una risposta debbono trovarla, magari evitando di scaricare per intero sulle spalle altrui responsabilità che invece risiedono al loro interno.

Avevamo affermato che esonerato De Canio non ci sarebbero stati più alibi. Per nessuno. Ad ognuno le proprie responsabilità perché tutti ne hanno, anche se non in parti uguali visto che alla fin fine resta sempre un dato di fatto, ovvero che in campo ci vanno i giocatori e, vuoi o non vuoi restano loro i principali artefici del destino della squadra.

Così la Ternana che al momento è fuori anche dall’area play off deve fare in fretta a trovare le soluzioni giuste se vuole evitare di mandare al macero anche questa stagione. Altro che campionato trionfale com’era nei sogni di ognuno di noi! Qui c’è da stare attenti al peggio. La sintesi del peggio è mantenere la categoria a meno che i nostri non riescano a sconvolgere ogni previsione affondando miseramente.

Fare in fretta vuol dire trovare le cause e porvi rimedio, anche attraverso qualche operazione di mercato. Certo, il lavoro di Leone non è semplice. A vedere le ultime partite sarebbe difficile individuare i meritevoli di restare, salvo qualche eccezione. Però le decisioni di pancia sono sempre pericolose, spesso fanno danni incalcolabili. Così il diesse, corroborato dalle indicazioni del tecnico, dovrà cercare di operare con la massima oculatezza, consapevole che in questa finestra di mercato non si può sbagliare: porre rimedio ad ogni errore sarebbe impossibile.

Oggi non sappiamo se si andrà incontro ad una mezza rivoluzione o, com’è probabile, ad interventi mirati in grado di aggiustare un po’ l’organico. Ma se il problema è la testa dei giocatori l’intervento rischia di diventare più profondo. Difesa e centrocampo sembravano essere le aree meritevoli di aggiustamenti. Le ultime esibizioni e qualche problema di contestazione aprono il campo anche a modifiche nel reparto avanzato.

Calori è stato chiaro: chi non ha voglia di restare può andare. Non servono figurine sbiadite, occorrono professionisti dalla testa ai piedi, capaci di raddrizzare una situazione diventata insostenibile. Di tempo a disposizione ce n’è, la disponibilità della società non manca, la voglia di tecnico e diesse è fuori discussione: serve il “presente” di chi va in campo e fin qui ha deluso. Oltre ogni previsione. Anche la più nefasta.

P.S. Un consiglio, oggi è meglio non chiedere sostegno alla piazza. Quello c’è sempre stato. Almeno fino all’ultima uscita. Riconquistarlo sta alla Ternana con prestazioni degne di tal nome.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 29 gennaio 2019 alle 00:00
Autore: Massimo Laureti
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