La seconda peggior difesa con 19 gol incassati contro i 21 del Foggia, il quarto attacco più prolifico con 16 reti all’attivo, una in meno di Empoli, Pescara e Perugia. Il differenziale negativo (-2) tiene la Ternana nelle zone basse di una classifica che mai era stata tanto corta con le prime a far così pochi punti dopo otto giornate e le ultime, di contro, a farne tanti.

Il 4-2 sullo Spezia dopo i 3-3 contro Salernitana e Cremonese in trasferta. La Ternana è una squadra fatta così, c’è poco da girarci intorno. Può vincere largo ma può anche prendere imbarcate. Non cura la difesa anche se Pochesci parla spesso di errori dei singoli. Cura benissimo l’attacco perché manda in gol le punte in tanti modi diversi. E soprattutto ha una qualità che la distingue: la voglia di non mollare mai, la capacità di reagire alle avversità. Squadra umorale e caratteriale. La prima qualità mina la seconda come si è visto anche sabato scorso perché quell’avvio allucinante di partita era e resta incomprensibile. Quasi non fosse entrata in campo. Poi, quando si è messa a fare le cose sul serio ha preso a schiaffi lo Spezia pur concedendogli ancora le occasioni per riportarsi avanti (Plizzari su Marilungo e palo successivo dell’attaccante). Ma questa è la Ternana, prendere o lasciare. Diverte, a volte entusiasma nelle sue rimonte ma ti fa pure drizzare i capelli in testa per le disattenzioni. Piace alla gente per lo spirito combattivo. Consuma tantissimo per vincere le partite (due sole vittorie nonostante la media di due gol segnati a partita) e per questo apre a considerazioni diverse sul suo futuro. Terrà fino alla fine? O, come sostiene Pochesci, tra qualche settimana volerà addirittura? E ancora, di quale futuro si può accreditare questa squadra a volte incomprensibile nei suoi comportamenti in campo? Inutile star qui ad arrovellarsi il cervello perché probabilmente neppure Pochesci e suoi saprebbero dare risposte certe. Di sicuro ci sarebbe bisogno di qualche aggiustatina a gennaio per migliorare la qualità complessiva dell’organico. Operazione comunque pericolosa perché Pochesci si è fatto costruire una squadra a sua misura. L’abito perfetto per l’istrionico tecnico romano che al personaggio strafottente d’inizio stagione sta sovrapponendo quello tutto “anima e core” del momento con dediche, abbracci e pianti che ne rivelano la carica umana. In una recente intervista pubblicata su questo sito l’amico e collega Luca Marchetti aveva chiuso con un’affermazione: “Questa squadra può allenarla soltanto Pochesci”. Affermazione che condivido al cento per cento. Questa è la Ternana di Pochesci, prendere o lasciare. Una squadra che genera emozioni forti, discussioni sulle sue contraddizioni, che ha un futuro aperto ad ogni soluzione. Un foglio bianco sul quale ognuno può scrivere l’epilogo nel quale crede di più con la certezza che questa Ternana è capace di smentire tutto e tutti. Favorevoli e contrari.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 17 ottobre 2017 alle 00:00
Autore: Massimo Laureti
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