Due “pareggini” in una stagione di enorme carestia, avevano un po’ illuso. Vuoi vedere che la Ternana ha finalmente imboccato la strada della risalita? La risposta affidata alla partita con l’Imolese. Puntuale, come una cambiale in scadenza è arrivata l’ennesima delusione. La Ternana che aveva fatto un passettino in avanti è tornata indietro di due o tre passi.

Senza nerbo, senza personalità. La squadra è andata in campo svuotata o bloccata, fate voi. Certo è che ha fatto da comparsa ad una Imolese che sembrava fatta di extraterresti. Invece la squadra di Dionisi, comunque interessante, non ha fatto altro che raccogliere gli enormi doni ricevuti dai dirimpettai. Basta riguardarsi i tre gol per rendersene conto. Attaccanti dimenticati, palle lisciate, uscite inopportune. Insomma di tutto, di più.

Unica conferma, la condizione fisica migliorata ma puntualmente sperperata con corse sbagliate e rincorse affannose ai “mostri” dell’Imolese.

Insomma, una prestazione indecente che apre il campo a qualche riflessione ulteriore. Intanto la classifica: continuando così non c’è scampo, si va giù. Anche perché è difficile immaginare la Ternana capace di un colpo di coda imperioso capace di catapultarla nelle zone migliori della classifica. Se non vinci per quattordici gare consecutive difficile anche per gli scommettitori più accaniti puntare un euro sui rossoverdi.

I motivi della crisi perdurante? Sistemata la condizione fisica e avviato un percorso tecnico-tattico adeguato si pensava che il più fosse fatto. Invece no. La squadra si è bloccata di nuovo. Questione di testa, di personalità. Nessuno tra i rossoverdi riesce a dare la scossa, a provocare una reazione adeguata. Gallo non è certo in una posizione invidiabile. Le sta provando tutte anche toccando il tema della “dignità personale” della “vergogna”. Speriamo tocchi le corde giuste ricordando magari che i professionisti dovrebbero garantire prestazioni adeguate nei confronti di chi elargisce loro puntualmente gli stipendi concordati e a chi continua a sostenerli. A proposito di sostegno. C’è poco da girarci intorno: questa è la squadra e con questa si deve puntare alla salvezza. Bersagliandola prima e durante la partita serve a niente se non a sfogare la propria rabbia (legittima) ma con un risultato opposto a quello sperato. Chi ha poca personalità di fronte alle avversità si affloscia e, giocando al calcio, perde le partite. Anche quelle più abbordabili.

La partita di domenica ha proposto poi una questione inaspettata, la decisione annunciata da Bandecchi, di voler vendere la Ternana. La contestazione dei tifosi della Est (anche con eccessi inaccettabili) sarebbe alla base della repentina inversione di marcia del patron che fino a quattro giorni fa voleva investire copiosamente nella nostra città. Pur comprendendo la sua frustrazione (spendi tanto e raccogli sputi!) ci sembra una reazione esagerata. Soprattutto perché pubblicizzata nella fase decisiva della stagione. Se voleva essere l’ennesimo tentativo di scuotere la squadra possiamo considerarlo un autogol. Se invece quella contestazione (quasi cercata dal Patron che a fine gara è andato sotto la curva di quei tifosi che avevano rifiutato di partecipare agli incontri da lui stesso programmati) è stata la goccia che ha fato traboccare il vaso la questione si fa complicata. Se era già nei pensieri di Bandecchi la possibilità di mollare a causa delle tante delusioni, che senso hanno avuto gli incontri con il Sindaco ed i progetti ambiziosi sbandierati? Solo fumo? Speriamo di no, speriamo che la decisione sia frutto della rabbia del momento, presa di pancia insomma. Se poi vorrà mantenerla e renderla praticabile è questione legata esclusivamente alla sua volontà. Importante è salvare almeno la categoria. Per un imprenditore di successo infilare due retrocessioni consecutive e poi mollare non sarebbe certo un bel biglietto da visita.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 19 marzo 2019 alle 00:00
Autore: Massimo Laureti
vedi letture
Print