Sensazioni positive. Soltanto sensazioni però visto che sei giornate di campionato non possono essere considerate uno step sufficientemente probante. C’è chi parte meglio chi invece sta costruendo. Ne riparleremo più avanti. Certo è, però, che la Ternana a furia di cambiare sta cominciando ad assumere una propria identità. La bravura di Benny Carbone, se vogliamo anche l’umiltà, è stata nell’invertire rapidamente il senso di marcia quando ha capito che l’assetto tattico di Cittadella non era il migliore (almeno al momento) per la sua squadra. Prima la difesa a quattro poi il centrocampo a tre quindi il trequartista dietro alle due punte. L’assetto dopo sei giornate sembra essere stato trovato. Questo almeno, ha detto la partita di Latina dove, per la prima volta, la Ternana ha concluso a rete con una certa continuità cercando di superare il portiere avversario anche con tiri scagliati all’interno di quei sedici metri sempre troppo poco frequentati.

Cambiato il modulo e gli interpreti anche se, a differenza dell’assetto tattico, potrebbe cambiare ancora qualche interprete nella convinzione che il tecnico abbia a disposizione un buon gruppo con diverse alternative fatta eccezione, probabilmente, per il reparto avanzato. Soprattutto adesso che si è convinto a schierarlo con i due attaccanti: intercambiabili ma con la necessità di averne uno più avanzato a fare da riferimento e l’altro a girargli intorno.

Carbone ha detto che i tre davanti, fatta eccezione per qualche compito in fase di copertura, hanno libertà di azione e possono (anzi debbono n.d.r.) inventare. Giustissimo perché al di la dell’organizzazione che ormai non fa difetto a nessuno, le partite vengono decise dai colpi dei singoli dalle “genialate” e dalle palle inattive. C’è da lavorare insomma e aver superato la fase più delicata con tante partite in pochi giorni, dovrebbe consentire al tecnico di farlo con la necessaria serenità. Lavoro nella fase offensiva come in quella difensiva, soprattutto nel modo di difendere “da reparto”. Insomma, una registratina sembra necessaria magari coinvolgendo i centrocampisti chiamati a schermare adeguatamente il reparto arretrato. Questione di movimenti, di lavoro sul campo per far rendere al meglio la squadra che, nel frattempo, ha messo in mostra una qualità importante. Ha carattere e forza per reagire (tre risultati recuperati, due poco dopo aver subito il gol dello svantaggio), ha qualità tecniche che sa esprimere in velocità. Qualità fondamentali per fare bene. Lavorarci sopra per migliorare è fondamentale per vivere una stagione senza troppe apprensioni. Anche perché la soddisfazione per questo avvio viene un po’ frustrata dai numeri. Sette punti in sei partite portano ad una media di 1,16 punti per gara che moltiplicati per le 41 partite in programma danno un risultato finale di 47,83 punti. Pochi per la salvezza.

Ma siccome siamo alla sesta di andata e parliamo di sensazioni prendiamo con le molle anche queste statistiche. Ci vorrà un quarto di torneo almeno per saperne di più anche se già la prossima sfida interna con il Verona “sette bellezze” potrebbe essere illuminante. Per ora quindi c’è qualche applauso. Per farlo diventare una standing ovation ci vogliono partite, prestazioni e punti. Come sempre.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 27 settembre 2016 alle 00:00
Autore: Massimo Laureti
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