La notizia delle dimissioni di Ranucci obiettivamente ci ha colto di sorpresa. Soprattutto per la tempistica, così “improvvisa”. Che gli impegni di Ranucci all’Università e l’intervento in prima persona di Bandecchi, avessero di fatto ridotto (o costretto a ridurre) l’impegno presidenziale, era evidente e risaputo. Lo stesso Ranucci lo aveva comunicato, d’altronde quando aveva assunto l’incarico all’Unicusano.
Quello che però non è né giusto, né corretto è pensare di aver trovato il “colpevole” di tutti i mali della Ternana. Ranucci è stato il frontman della società. Il presidente, quello che ci metteva la faccia. Nel bene e nel male. Purtroppo per la Ternana, in questi mesi di esperienza della nuova proprietà, ci sono stati più momenti difficili che momenti da ricordare. E quindi è giusto criticarlo, è giusto tenere a mente che le scelte sono passate da lui, è giusto che oltre agli onori ci si assumano anche gli oneri. E a tutto questa Ranucci non si è mai sottratto.
Quello che - a nostro avviso - andrebbe evitato è la caccia alle streghe. Altrimenti cadremmo nel solito errore di sempre: pensare che il “responsabile” sia solo uno. E che basti un cambio per risolvere d’incanto tutti i problemi.
Lo dice la storia - disastrata - di questa Ternana. Non è servito (ancora) l’arrivo del direttore sportivo, non è servito (ancora) il doppio cambio di allenatore, non è servito (ancora) l’intervento in prima persona della proprietà. Non servirà a niente convincersi che senza Ranucci la Ternana si riprenderà.
Anche perché le scelte (che a posteriori non si sono rivelate fruttuose) di Ranucci bisognava giudicarle nel momento in cui venivano fatte. E quindi che De Canio fosse un allenatore “bollito” (come si dice a Terni) bisognava dirlo prima. Che la squadra costruita in estate era piena di “fighette” (sempre come si dice a Terni) bisognava dirlo a fine mercato, invece di essere convinti come tutti che invece aveva tutte le carte in regola per poter recitare un ruolo da protagonista. E così via... è facile criticare a risultato acquisito, è facile commentare con il senno di poi.
Ribadiamo: non crediamo che non siano stati commessi errori in fase di gestione della società in questi mesi. Ma di sicuro tutti gli errori sono stati commessi nel pieno interesse della Ternana e con la profonda convinzione che tutte queste mosse sarebbero servite per rendere squadra e società più forti. E gli errori vengono anche commessi per inesperienza: ci mettiamo la mano sul fuoco che alcune cose ora non sarebbero riproposte. Sbaglia chi fa, non sbaglia mai chi sta alla finestra a guardare.
E in più non bisogna dimenticare i rapporti riallacciati con l’amministrazione comunale (che durante la gestione Longarini non aveva certamente vissuto un buon periodo), le operazioni effettuate per ristrutturare buona parte dello stadio (che era malandato), la battaglia condotta in prima persona e in prima linea per vedere riconosciute le ragioni della Ternana nei tribunali, durante l’estate. O anche questo è tutto sbagliato perché il TAR del Lazio o la SerieB hanno ritenuto opportuno comportarsi diversamente, interpretando diversamente le regole?
Si chiude un’altra pagina della storia della Ternana. Un altro passo, di sicuro in avanti, visto che ci sembra che la filosofia di Bandecchi non sia quella di tornare sui propri passi, ma di essere proiettati al futuro.
Ora Bandecchi diventa presidente, con il supporto di Paolo Tagliavento. In mezzo a mille suoi impegni imprenditoriali ha deciso di vedere e toccare da vicino il mondo del calcio e la Ternana. Bisogna ora però fare fruttare le esperienze, anche quelle non positive, che sono state fatte in questi mesi.
Bisogna trovare il giusto equilibrio. Quando si dice che una società solida fa la differenza, non è soltanto un modo di dire...

Sezione: Editoriale / Data: Mer 27 febbraio 2019 alle 16:15
Autore: Ternananews Redazione
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