Sabato scorso mi sono voluto togliere lo sfizio di seguire la Ternana Unicusano in trasferta nel covo del Bari, lo splendido, ma ormai discretamente fatiscente stadio San Nicola.
Perché è chiaro che un conto è vedere le partite in tv, un conto invece è poterle osservare ed analizzare dal vivo.
In effetti in presa diretta si possono cogliere aspetti che ben difficilmente la ristretta immagine della tv può rivelare.
Motivo per cui, visto l'esito assolutamente infausto della partita contro i galletti baresi, le considerazioni tutt'altro che positive emerse alla fine della gara in ordine all'inadeguatezza della squadra vista all'opera in terra pugliese, sono emerse in maniera ancor più prepotente.
Vero è che non è logico passare dai commenti entusiastici scaturiti all'indomani delle prime tre partite di campionato, ad una bocciatura secca susseguente ai successivi due incontri in trasferta di Chiavari e Bari.
Ma è ugualmente indubitabile che la squadra di Sandro Pochesci abbia fatto ultimamente dei passi all'indietro notevoli rispetto alle prime prestazioni assai convincenti.
Quello che nell'occasione è apparso più lampante è stata la notevole differenza di caratura tra i giocatori in campo, tutta a favore dei padroni di casa, sia dal punto di vista fisico, che da quello tattico e soprattutto dal punto di vista tecnico.
Ma sappiamo che il Bari, come tutti gli anni del resto, ha cercato di costruire una squadra in grado di poter lottare per la promozione in serie A, mentre la Ternana...diciamo che è ancora in fase "sperimentale" dovendo tutt'ora trovare una sua giusta identità.
Inoltre, come già sostenevo nel corso del mio ultimo editoriale, è evidente che i tecnici delle squadre avversarie abbiano cominciato a capire come gioca la Ternana o, perlomeno, come intenderebbe farla giocare il mister rossoverde, adottando le contromisure conseguenti.
Aggiungo che anche questa volta gli errori individuali hanno purtroppo inciso negativamente sul risultato finale; e sorprende che queste "topiche" siano state prese proprio da uno dei giocatori più affidabili e cioè Valjent.
Ma a parziale scusante di Martin va senz'altro riconosciuto che la sua collocazione come difensore esterno in una difesa disposta a 3 è equivalsa a un vero e proprio "suicidio", in quanto il giocatore, essendo sostanzialmente un difensore centrale, quando viene dirottato sulla fascia è costretto necessariamente ad adattarsi, con risultati spesso negativi.
In aggiunta, se mi è consentito (e con questo senza voler mettere in dubbio le idee innovative di mister Pochesci), credo che sia inevitabile osservare che da che mondo e mondo una squadra di calcio, soprattutto ad alti livelli, debba avere una sua intelaiatura base ben precisa e che, semmai, possano ruotare al massimo due o tre elementi per volta a seconda di infortuni, squalifiche o scelte tattiche dettate dalla tipologia dell' avversario di turno.
Il tecnico rossoverde, come sempre apprezzabile nella sua sincerità, ha riconosciuto al termine del match non dico l'errore, perché non si tratta di uno sbaglio, ma almeno l'inutilità del percorso così come era stato intrapreso in partenza, annunciando per l'immediato futuro un rivoluzionamento dell' assetto tattico che dovrebbe conferire maggiore solidità soprattutto al pacchetto difensivo.
A questo punto mi viene da pensare alla partita disputata contro il Cesena, l'unica dove effettivamente la Ternana ha interpretato alla perfezione il ruolo di formazione di serie B.
Tanto è vero che, come certo tutti ricorderete, al Cesena di Cacia nel corso del secondo tempo è stato concesso un solo tiro in porta.
E allora, senza con questo voler dare consigli al vulcanico allenatore rossoverde, perché non ne ha assolutamente bisogno, è logico però ritenere che con una difesa disposta a 4 e con un modulo sicuramente "antico", ma efficace come il 4-4-2 (o al limite il 4-3-1-2), le cose almeno per il momento potrebbero migliorare; ovviamente in attesa che i ragazzi riescono a digerire completamente la filosofia del mister.
Ma anche in attesa che la società corra ai ripari, perché è palese che, pur trovandoci ancora alle battute iniziali del campionato, la squadra necessiti di due o tre ritocchi importanti.
Ma poi chissà se tutte queste elucubrazioni che sto facendo abbiano veramente un senso?
Perché, in fondo, sappiamo tutti che nel gioco del calcio contano solo i RISULTATI.
E allora basterebbe già infilare anche solo 4 punti nelle prossime due partite casalinghe consecutive che la Ternana Unicusano dovrà disputare nell'immediato (Venezia sabato e il recupero col Brescia martedì sera) per rimettere un po' a posto i cocci di una classifica che si sta facendo vieppiù pericolosa e per ritrovare quella sicurezza nei propri mezzi che si è persa un po' per strada...
In ogni caso (e a scanso equivoci) Sandro Pochesci farà bene a riassettare in maniera più opportuna la sua squadra, a coprire maggiormente la difesa e a rinunciare, almeno per il momento, ad un modulo eccessivamente garibaldino, in attesa di tempi migliori.
Adesso è assolutamente necessario fare punti pesanti, contando su quello che è l'attuale organico rossoverde che, certamente, non potrà essere ritoccato prima di gennaio, a meno dell'improbabile ingaggio di un qualche svincolato (il solito terno secco al lotto...).
In fondo i giocatori adatti per una tipologia di modulo come quella della quale discutevo poco sopra ci potrebbero anche essere; quindi la scelta passa inevitabilmente nelle mani di Pochesci.
Quanto ai tifosi, infine, sarebbe il caso di lasciar perdere le solite, stucchevoli polemiche che scaturiscono da un po' di tempo a questa parte soprattutto sui social in ordine ai gufi, ai contro-gufi e a chi salta sul carro o ne scende a seconda dell'occasione...
Credo invece che il popolo rossoverde farebbe bene a stringersi ancora di più attorno a questa squadra e a questo mister, che, se non altro, hanno dimostrato di saperci soffiare e di darci dentro sempre, con grande spirito di sacrificio e senso di appartenenza.
E tutti sappiamo che il calore del Liberati può veramente fare la differenza.
Fate vobis... perché, non ce lo dimentichiamo:
siamo arrivati al primo snodo cruciale della stagione ed è assolutamente necessario ritrovare compattezza e unità di intenti.
Tutti.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 28 settembre 2017 alle 00:00
Autore: Massimo Minciarelli
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