Finito il mercato di gennaio (e tutte le considerazioni sul mercato le abbiamo fatte a parte) conviene forse soffermarci sul momento in generale della Ternana. E cercare di capire dove e come la situazione possa migliorare, chi si sta impegnando per aiutare la squadra della nostra città e chi no. E anticipiamo la conclusione: insieme si vince, solo l’unione fa la forza.

Una provocazione, in questo momento di grande tensione. Ma forse l’unica possibilità.
La società, stavolta, ha fatto quello che doveva fare. Non abbiamo mai evitato di criticare quando ne avvertivamo la necessità, anche in modo duro (sempre nei limiti dell’educazione) e fermo. E rimaniamo convinti di quello che abbiamo sempre sostenuto. Ma stavolta le critiche sono positive. La Ternana ha individuato le carenze strutturali nella gestione sportiva e ha trovato delle soluzioni. Tardive? Può darsi… ma la svolta ora dovrebbe avvenire da tutti.
E’ arrivato un direttore sportivo a supportare lo staff tecnico, è stato cambiato l’allenatore (che ha pagato certamente i risultati dovuti anche a una serie di difficoltà non di poco conto), sono arrivati giocatori di comprovata esperienza, di qualità indiscussa, è tutto ciò nonostante una posizione in classifica penalizzante. E questo è stato possibile sia per la grande abnegazione sul lavoro da parte di Pagni e del suo staff, sia dalla disponibilità di rimettersi in gioco e di investire massicciamente da parte della società (quando qualcuno pensava già ad un "abbandono").
E’ possibile prendere spunto da questo per ripartire? E’ possibile dopo aver toccato il fondo risalire insieme? Qualcuno parla di “ascia da guerra da sotterrare” e probabilmente non è una felice metafora, anche se i rapporti fra Longarini e la piazza sono ai minimi termini sopratutto a causa delle frizioni con certi gruppi in particolare. Si può pensare di poter cominciare a costruire un nuovo rapporto? Si può pensare di non lasciare solo il presidente?
Una sorta di patto per salvare la Ternana, per creare, perché no, un circolo virtuoso. Quello che lo stesso Simone Longarini si augurava potesse innescarsi al momento del suo arrivo. Intendiamoci: con questo non significa che tutti gli sbagli commessi in passato debbano essere cancellati o dimenticati. Ma analizzati e condivisi. Come già Longarini ha fatto nelle sue visite in città. Magari con confronti (sulle sue idee) più frequenti. Magari avvicinandosi di più alla piazza, alla tifoseria, anche alla squadra stessa.
Dimostrare che quella passione (e chi lo conosce davvero sa che ne ha tanta) sia dimostrata invece che lasciare l’immagine altezzosa di una proprietà distaccata dalla propria comunità .

È giusto evidenziare gli errori commessi (sopratutto nelle scelte) ma è anche onesto riconoscere che sono stati compiuti dei passi in avanti. Ancora non esaurienti, certo, ma rappresentano sicuramente qualcosa.
Lo stadio ad un euro (e non solo con la Cittadella la scorsa settimana), l’iniziativa delle maglie prima disegnate e poi votate dai tifosi, la voglia che la Ternana non sia una società da saccheggiare, la ristrutturazione del settore giovanile, i massicci investimenti a gennaio, sono dei segnali. Forse non bastano per concedere credito illimitato: la tifoseria è come un amico tradito. Vuole essere sicuro e ormai non si fida.
Ma per arrivare alla salvezza, per riprendersi la Ternana e per farne veramente un patrimonio comune c’è bisogno di collaborazione, da tutte le parti, società, comunità, amministrazione. Giusto per fare qualche esempio: da anni la Ternana non ha sulle proprie maglie uno sponsor locale (ed appelli in questo senso sono stati spesso fatti dalla società), da anni la presenza allo stadio è ridotta ai minimi termini, da molti mesi la convenzione non è stata rinnovata (nonostante l’accordo verbale e le numerose strette di mano dell'amministrazione). Sono segnali di uno scollamento pericoloso, pericolosissimo. Soprattutto in una stagione così delicata e complicata. Longarini da solo non può fare nulla.
La proprietà nel corso di questi anni ha sicuramente fatto errori che hanno segnato il rapporto con la piazza. Con il nuovo corso alcuni segnali (come detto) sono arrivati. E noi abbiamo la sensazione (per esempio le presenze con il Cittadella) che alcune cose siano state recepite.
Dai “fatti” sembra che la proprietà stia provando a cambiare stile. Per questo ci auguriamo un confronto, il più presto possibile, per dare alla squadra un’ulteriore spinta, da parte di tutti.
Ora tutti, ma proprio tutti, devono continuare a lavorare per la causa rossoverde. Tifoseria in primis, ma anche la comunità locale e l'amministrazione.
Ora ogni punto è fondamentale, ogni azione può essere decisiva. Lasciare intentata questa strada sarebbe delittuoso.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 02 febbraio 2017 alle 00:02
Autore: Redazione TernanaNews
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