“Non sempre si può vincere” cantava Shel Shapiro nel 1967. Cinquantanni un pareggio in trasferta contro una buona squadra è bastato per far sorgere nuovamente dei dubbi sulla Ternana che, di sicuro non ha giocato un match brillante, ma che è altrettanto certo, ha mostrato sul piano del carattere e della tenuta difensiva progressi confortanti.

Dubbi legati alla qualità della manovra, comparsi soprattutto sui social. Legittimo, anzi doveroso esprimere la propria opinione, ci mancherebbe altro. Soprattutto se tutto è riportato alla singola partita. Viceversa diventa poco comprensibile se un pareggio esterno è sufficiente per rimettere tutto in discussione, per far riapparire in lontananza, magari sfumati, gli scheletri di un passato recente davvero poco glorioso.

La Ternana di quest’anno non a niente a che vedere con quella della passata stagione, meno male, è squadra molto forte e organizzata che sta lentamente superando la fase di ambientamento in una stagione cominciata a singhiozzo e avviata regolarmente quando gli altri erano già rodati. Detto questo, per l’ennesima volta, si può passare alla disamina di una partita che di sicuro non ci è piaciuta ma che oltre ad aspetti negativi ne ha proposto qualcuno anche positivo.

Di negativo c’è stata una lunga parte centrale del match, a cavallo tra i due tempi, in cui la Ternana ha subito il gioco degli avversari, soffrendo il giusto e salvandosi con un paio di buone parate di Iannarilli anche se, a dirla tutta, ci pare un po’ esagerato gridare al miracolo ogni qualvolta il portiere interviene con successo. E’ il portiere forte di una squadra molto forte. Sta nella norma insomma. La sofferenza in mezzo al campo è iniziata nel momento in cui la squadra ha abbassato il livello del pressing che nei primi 25’ l’aveva tenuta costantemente nella metà campo avversaria. In quella fase Vantaggiato, che pure stava giocando bene, ha mancato un’occasione clamorosa. Quella che con ogni probabilmente avrebbe cambiato la storia del match. La Ternana con meno qualità ma con grande intensità è tornata sotto nella fase finale del confronto e anche in questo caso ha mancato con Altobelli altre due opportunità ghiottissime. Morale: se sbagli i gol non puoi vincere ma se tieni dietro quantomeno pareggi. Tradotto: punto buono nel giorno in cui Marilungo tira il fiato e Vantaggiato non riesce a ripetersi. Amen.

Di positivo, oltre alla tenuta difensiva al netto della prestazione un po’ distratta di Diakité, vanno sottolineati l’importante recupero di Altobelli, la conferma dei due giovani in mezzo al campo in una partita di sacrificio e la prima partita (discreta) a tempo pieno di Frediani che ha dato modo a De Canio di variare gli interpreti all’inizio del tanto temuto tour de force di fine girone.

Ultima considerazione sulla forza degli avversari. E’ vero che fin qui la Ternana ha giocato quasi sempre con squadre di bassa classifica ma è altrettanto evidente che l’equilibrio evidenziato dal girone (forse il più qualitativo dei tre) ha prodotto fin qui una grande imprevedibilità di risultati. Per tutti tranne che per i rossoverdi (guarda caso) unici imbattuti. Senza dimenticare che la Ternana è forte ma non deve necessariamente ammazzare il campionato ma “limitarsi” a vincerlo e che per questo avrà bisogno del sostegno incondizionato dei propri tifosi, soprattutto nelle fasi meno convincenti delle partite.

E adesso sotto con il Feralpisalò di Mimmo Toscano, avversario scorbutico che sarà necessario battere per spedire l’ennesimo, inequivocabile, messaggio ai naviganti. Non sarà facile ma con il sostegno totale del “Liberati” e una prova da “squadra vera” la Ternana potrà farcela portandosi così ad un solo punto dalla Fermana prima in classifica, ma con altre due partite da recuperare. Mica male per una squadra che De Canio ritiene sia al 50% delle proprie possibilità produttive.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 20 novembre 2018 alle 00:00
Autore: Massimo Laureti
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