...Ma sarebbe ipocrita nascondersi che in questa Ternana c'è qualcosa che non funziona.
Vero è che una sconfitta ci può ben stare dopo 10 risultati utili consecutivi (quindi niente drammi, per carità!), ma è innegabile che i rossoverdi nel corso nelle ultime tre partite (guarda caso disputate contro formazioni particolarmente accreditate e di spessore) abbiano cominciato a mostrare delle crepe discretamente preoccupanti.
Il fatto è che questa Ternana, che all' inizio sembrava essersi sufficientemente calata nella realtà della Serie C, parrebbe aver smarrito negli ultimi tempi la propria identità e, soprattutto, la consapevolezza dei propri notevolissimi mezzi tecnici.
Anche in precedenza non è che le Fere avessero entusiasmato più di tanto, ma vuoi per lo spessore modesto delle avversarie, vuoi perché l' innegabile bravura e le invenzioni dei suoi tanti talenti avevano mascherato in più di una occasione quelle magagne che di tanto in tanto già affioravano, i risultati erano comunque arrivati; e con essi una classifica sempre più promettente.
Ma una certa farraginosità nella costruzione del gioco, la lentezza dello sviluppo della manovra a centrocampo e il solito tema monocorde del lancio lungo in alternativa alle progressioni in fascia di Lopez, senza cambi di marcia e variazioni tattiche di sorta, apparivano già abbastanza evidenti.
Si diceva che era troppo presto per giudicare, che tutto dipendeva dal tormentone del ripescaggio che aveva inevitabilmente condizionato la preparazione, che strada facendo le Fere avrebbero congelato il campionato dall' alto del loro strapotere...
Ma sono bastate tre squadre ben impostate e ben guidate (la neopromossa Imolese, la  FeralpiSalò di Mimmo Toscano e il Pordenone di Attilio Tesser) per mettere a nudo i limiti di una squadra che sembra faticare maledettamente a sciogliersi, a velocizzare il gioco, a far valere una superiorità che, almeno per adesso, rimane circoscritta soltanto ai nomi dei giocatori e dell' allenatore.
Anche il fatto che lo stesso De Canio continui a ruotare giocatori (specie in attacco), arrivando spesso a snaturarne le caratteristiche (vedi Furlan e Vantaggiato), senza avere ancora un' idea fissa su quello che dovrebbe l' assetto definitivo della squadra,  induce a ritenere che i problemi siano tutto meno che un' apparenza e ben lungi dall' essere risolti.
La Ternana in sostanza appare una squadra incapace di cambiare passo, di creare alternative di gioco diverse dalla palla lunga e dal cross dal fondo, di concretizzare quella superiorità numerica in grado di poter fornire palloni giocabili alle fortissime punte a disposizione del tecnico.
Un' analisi eccessivamente critica?
Non lo escludo - e chiedo anticipatamente scusa a quanti storceranno il naso di fronte a queste mie esternazioni -, ma dopo 11 partite credo che sia possibile abbozzare un primo giudizio oggettivo, condivisibile o meno che sia.
Comunque, siccome nessuno è depositario della verità assoluta (tanto meno il sottoscritto), proviamo a rigirare la frittata e a vederla sotto una luce diversa, ponendoci qualche quesito.
E se invece tutti (dico tutti ed io per primo) ci fossimo illusi che con questi giocatori sarebbe stato un gioco da ragazzi stravincere il campionato?
Se si fosse smarrita, collettivamente o quasi, la consapevolezza che il campionato di serie C è tutto meno che una passeggiata e che le vittorie bisogna sudarsele una per una con il massimo della decisione e del pragmatismo, a prescindere dalla qualità del gioco sviluppato?
Se ci fosse ancora necessità di dare tempo alla squadra e all' allenatore per adattarsi ad una realtà che è molto più complicata del previsto?
Queste domande mi inducono a riflettere sulla necessità di edulcoarare la delusione scaturita dalle ultime 3 prestazioni offerte dai rossoverdi, nella speranza che i prossimi 3 impegni casalinghi consecutivi ci restituiscano finalmente l' immagine di quella "corazzata" ipotizzata da tutti gli osservatori in sede di pronostici.
È certo,  comunque, che i campionati non si vincono solo con i "nomi".
E di esempi eclatanti ne abbiamo in abbondanza anche a livelli elevatissimi.
Però sappiamo tutti perfettamente che i campionati si vincono a maggio e che la serenità dell' ambiente è fondamentale ai fini del raggiungimento dell' unico risultato perseguibile in questa stagione.
Quindi ritengo necessario concedere ancora la massima fiducia a tecnico e giocatori, al fine di permettere loro di riappropriarsi del bandolo della matassa attualmente sfuggito di mano, almeno in apparenza.
In fondo, se tutto dovesse andare come si spera, i 5 punti che separano attualmente la Ternana dalla prima piazza, già nel corso della prossima settimana potrebbero ridursi al minimo o essere addirittura del tutto ammortizzati.
Ergo, se è giusto criticare correttamente tutto ciò che al momento attuale non appare convincente, perché tapparsi occhi, orecchie e bocca è assolutamente controproducente e assai poco stimolante, è parimenti doveroso cercare di stare vicini a squadra ed allenatore, specie in questo momento dove cominciano ad affiorare le prime forti polemiche, spesso anche piuttosto gratuite ed ingiuste.
Con tanto di "nostalgie" nemmeno tanto velate  per certi personaggi che hanno sulla coscienza buona parte delle disgrazie che la Ternana ha dovuto subire sulla propria pelle nel corso degli ultimi tempi...
Perché a Terni siamo fatti così...
Meglio lasciar perdere!

Sezione: Editoriale / Data: Gio 29 novembre 2018 alle 00:01
Autore: Massimo Minciarelli
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