Duole ancora. E di brutto...
Nonostante siano ormai passati 4 giorni dall' ennesima beffa materializzatasi al Liberati addirittura al 91esimo del solito derby infausto, il dispiacere, il disappunto, la rabbia, in poche parole " l' incazzatura" regnano ancora sovrani nel cuore dei tifosi delle Fere!
È utile o inutile andare a cercare le ragioni di questo beffardo pareggio che assomiglia tanto ad una sconfitta?
Il mio dovere di giornalista (meglio: di "giornalaro"...), mi imporrebbe di analizzare freddamente le cause di questo mezzo tracollo, indicandone fatti e responsabilità connesse, anche alla fine di azzardare possibili soluzioni immediate all' attuale e prolungato "momento-no" della Ternana Unicusano.
Ma siccome non mi ritengo un operatore dell'informazione, né tanto meno un conoscitore di cose calcistiche, ma più semplicemente un "pittore di situazioni" travestito da editorialista, mi limiterò in questa sede a cogliere solo alcuni degli aspetti più suggestivi che hanno condito il derby con "quelli la", come li definisce Sandro Pochesci.
Ed è proprio da questa poco garbata definizione che voglio partire in questo mio "dipinto".
Credo sia indispensabile che un allenatore di una squadra professionistica (e non) debba sempre portare rispetto all' avversario; a maggior ragione nei momenti di rabbia e di delusione. 
E soprattutto quando la pressione mediatica è al massimo dei livelli, così come è accaduto domenica scorsa.
Forse l'allenatore della Ternana Unicusano non ha ancora capito che il palcoscenico della Serie B gode di una cassa di risonanza enorme (o forse l' ha capito benissimo...) e soprattutto che lui rappresenta non soltanto una squadra, ma per certi versi addirittura una intera comunità.
Motivo per cui simili affermazioni dileggiatorie espresse nei confronti dell' avversario non sono assolutamente ammissibili, perché, a parte la figuraccia personale, tutto questo potrebbe poi finire per ritorcersi addirittura contro la propria squadra, contro la società e più in generale contro la stessa città.
Pochesci senza dubbio, al di là di una classifica decisamente preoccupante, sta  lavorando al meglio delle proprie possibilità e questo pur avendo a disposizione un materiale umano attualmente non di alto livello; nessuno ne mette in discussione sia le doti tecniche, pur alla presenza di qualche evitabile errore (vedi domenica scorsa), sia quelle umane, sotto il profilo dell' ardore e dell' amore per i colori rossoverdi, che è riuscito a trasfondere anche nei suoi giocatori.
Ma impari ad evitare certe infelici cadute di stile: ne guadagnerà anche la sua carriera futura. 
A chi mi accuserà (come peraltro è già accaduto) di essere un "ruffiano venduto alla "peruginità"  per il motivo di aver criticato pubblicamente questa inopportuna battuta dell' allenatore della Ternana Unicusano e poi perché collaboro con una televisione del capoluogo (Umbria TV), rispondo che l' educazione e il rispetto verso l' avversario devono sempre essere principi imprescindibili tra i c.d. "addetti ai lavori", lasciando giustamente SOLO ai tifosi l' aspetto goliardico del confronto. 
Ma se un allenatore non può permettersi di schernire una squadra antagonista, a maggior ragione un giornalista non può concedersi di prendere in giro i colleghi dell'altra sponda, consentendo al proprio figlio (chissà poi perché presente in tribuna stampa?) di mettersi a cantare a fine partita "non vincete mai... non vincete mai...", dando poi dei "coglioni" ai colleghi ternani che si erano giustamente risentiti.
Questo riprovevole fatto accaduto domenica scorsa nella tribuna stampa del Liberati al termine della partita, ancor più grave, secondo me, del "quelli là" proferito da Sandro Pochesci nei confronti del Perugia Calcio, merita a buon diritto di di essere stigmatizzato e censurato come una mancanza di rispetto e di professionalità assolutamente inqualificabile ! 
E soltanto il buon senso e la fermezza di alcuni colleghi giornalisti ternani, l'ottimo Marco Crisostomi su tutti, hanno impedito che lo sgradevolissimo episodio potesse degenerare in una vero e proprio scontro fisico.
A questo punto, mi auguro che i competenti organi disciplinari dell'Ordine dei Giornalisti dell'Umbria sappiano prendere i giusti provvedimenti a carico del responsabile di questo increscioso episodio, perché è inammissibile che chi sta svolgendo il proprio lavoro con correttezza e professionalità, venga provocato ed offeso a tal punto da un "professionista" che svolge la stessa attività!

Ciò detto, qualcuno a questo punto mi chiederà..."e la partita ?"
Ribadisco il concetto espresso all'inizio: la beffa brucia ancora e quindi è meglio lasciar perdere.
Non voglio correre il rischio di spaccare ancor di più la tifoseria rossoverde...
Per questa volta vale soltanto la pena di commentare i "momenti di gloria" vissuti da qualche protagonista, a corollario dell' ennesimo derby da dimenticare...

Sezione: Editoriale / Data: Gio 30 novembre 2017 alle 00:00
Autore: Massimo Minciarelli
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