La speranza è l'ultima a morire ma è veramente difficile guardare con ottimismo al futuro dopo l'ennesima sconfitta. Dopo aver perso lo scontro diretto contro l'Ascoli, le Fere perdono un'altra partita che poteva rappresentare il rilancio in classifica contro il Carpi complicando dannatamente la rincorsa salvezza. Nonostante il gioco espresso dalla squadra sia stato a tratti buono, alla fine le Fere sono tornate a casa a mani vuote denotando come già successo, una carenza di agonismo e lotta, caratteristiche determinanti per chi cerca disperatamente di salvarsi.

Mancano 9 partite alla fine, cinque al Liberati contro Cittadella, Foggia, Pescara, Palermo ed Avellino, quattro in trasferta contro Novara, Perugia, Parma e Pro Vercelli. Un calendario non semplice per la Ternana che però dovrà giocare con dignità, evitando l'atteggiamento mostrato a Carpi e soprattutto ad Ascoli. La matematica non condanna ancora le Fere, ma di certo se non si cambia difficilmente sarà evitabile la Serie C. Sono 7 i punti che distanziano le Fere dai playout, 9 dalla salvezza diretta e i punti a disposizione sono 27. I numeri sono questi, spietati, reali ma non impossibili. Eppure è proprio l'atteggiamento della squadra finora che diminuisce ogni speranza. Forse con un atteggiamento più battagliero che va a compensare i limiti tecnici denotati da questa estate, qualcosa in più si potrebbe fare. Un paio di risultati consecutivi possono rilanciare la squadra e l'Ascoli insegna in tal senso. Ma alla base mancano quella caratteristiche vitali per tentare di non retrocedere. Magari dopo questa minipausa qualcosa potrebbe cambiare, ma molto dipenderà da De Canio ma soprattutto dai giocatori, dalla squadra che deve farsi più di un auto esame, riflettendo sugli errori commessi e tirare fuori quella grinta almeno per provarci e se andrà male, chiudere questa maledetta annata con dignità.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 01 aprile 2018 alle 00:01
Autore: Stefano Bentivogli / Twitter: @sbentivogli10
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