Mai tanto in basso alla fine del girone d’andata. Mai una chiusura con tre sconfitte consecutive. Devastanti addirittura perché due sono maturate al Liberati e per giunta in altrettanti scontri diretti. Nemmeno un punto a partita è riuscita ad ottenere la Ternana nei 21 confronti del girone d’andata. Numeri che bocciano la squadra ma prima ancora le scelte societarie d’inizio stagione. Confuse con un allenatore esonerato prima del via con un diesse dimissionario, un esperimento tecnico (Carbone) e una guida a distanza, quella del consulente che ha fatto il mercato ed ogni tanto è venuto anche al Liberati per parlare con tecnico e squadra. Tutte scelte che non appartengono alla tradizione del calcio dove i ruoli sono ben chiari e definiti, dove i risultati pesano, a volte anche troppo. La Ternana di qualche anno fa esonerò a capodanno Mimmo Toscano dopo la vittoria interna sulla Reggina e una posizione che teneva la squadra fuori dalla zona play out. L’anno scorso dopo la sconfitta di Ascoli e il pareggio interno contro il Lanciano (in rimonta al culmine di una buona prestazione) l’amministratore unico ordinò il ritiro natalizio al quale si oppose il diesse Acri rimettendoci il posto. Due situazioni, quelle degli anni passati, che quest’anno non vengono riproposte. Un cambio di strategia repentino, quasi fosse cambiato il protagonista massimo in società.

Questione di scelte, comunque legittime anche se rischiose o bizzarre. Alla fine però saranno i risultati a fare da giudice inappellabile. Oggi i risultati bocciano la Ternana. Un vigoroso mercato invernale (con o senza cambio di guida tecnica) potrebbe ridare smalto al rendimento di una squadra che dopo quattro buoni risultati consecutivi sembra aver perso completamente la strada. Subisce gol, anzi spesso li provoca, fatica a filtrare con il centrocampo l’azione avversaria e quel che è peggio, produce pochissimo in zona gol. Contro l’Ascoli se si eccettuano le due conclusioni di Petriccione (salvataggio sulla linea dopo tiro d’angolo e traversa con conclusione da fuori) la Ternana non ha creato problemi. Vero che anche Di Noia ha mandato il pallone a rimbalzare sulla parte superiore della traversa ma quello era un cross venuto male.

Vicenza e Ascoli (lasciamo da parte la disfatta di Ferrara) erano tappe fondamentali: la Ternana le ha fallite entrambe. Nel primo caso ha chiuso con il fiato grosso mentre i veneti andavano a tutta, nell’ultima circostanza ha reagito di pancia più che con la manovra, al vantaggio avversario. Una ventina di minuti di pressione nervosa e niente più.

Squadra che deve ritrovare una identità precisa: operazione che chiama direttamente in causa il tecnico. Per questo è fondamentale chiarire la posizione di Carbone prima di cominciare un mercato che, stando alle indiscrezioni e più ancora alle necessità, dovrebbe essere estremamente consistente, sia in entrata che in uscita. C’è il rischio insomma che la Ternana del ritorno cambi completamente i propri connotati con tutti i rischi del caso visto che il mercato di riparazione di solito propone pochi interventi mirati, quasi chirurgici. La rivoluzione potrebbe creare ancor più confusione in una realtà che è già tanto confusa e che ha bisogno di ruoli definiti e competenze acclarate a completare i quadri tecnici. Siamo a gennaio non a luglio. Adesso ogni errore costerà caro e non sarà riparabile. I jolly la Ternana se l’è già giocati ma con scelte mirate può ancora raccapezzare una partita diventata complicatissima.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 03 gennaio 2017 alle 00:00
Autore: Massimo Laureti
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