Esultare per un pareggio contro la Virtus Vencomp Verona non è certo la migliore delle conclusioni per come era partita la Ternana. Ma invece da questo bisogna ripartire. A questa squadra, che non sa più vincere, serve essere disperata per produrre qualcosa di buono, più con i nervi che con il gioco.

La Ternana è mentalmente distrutta. Questa è l’unica spiegazione per un’altra partita da incubo che non si è rivelata un inferno solo perché ci ha pensato Tommaso Pobega, ex Primavera Milan, che oggi (come in altre circostanze a dire la verità) più che Pobega sembrava Pogba. Ci ha pensato Pobega e uno spirito diverso da chi è partito dalla panchina (forse “deresponsabilizzato” perché non coinvolto nel disastro dello 0-2). 

Una squadra che si affloscia dopo 15 minuti dall’inizio della gara, una squadra che non riesce a reagire dopo il gol dello svantaggio, una squadra che rimedia la 4 espulsione dell’ultimo mese (posto che poi rosso a nostro avviso non era, ma comunque Castiglia su quel pallone è arrivato in ritardo), una squadra che nonostante cambi il portiere rimedia il secondo gol con una giocata degna della Gialappa’s Band…

Qui c’è bisogno di rimettere al centro le priorità perché in questi giorni, in queste settimane, in questi mesi si è parlato di tanto, di tutto. Forse di troppo. Da De Canio a Calori, da Bandecchi a Ranucci. E il modulo, e il portiere. L’arbitro, la sfiga, le partite ravvicinate, i campi di allenamento allagati, gli avversari che non ti fanno giocare. Tutto. Tanto. Troppo.

In campo poi ci vanno in 11. E questi 11 (indipendentemente da chi siano) sono 2 mesi che sbagliano la partita. Quindi – con tutto il rispetto per le opinioni, soprattutto quelle dei tifosi che sono i primi ad essere stufi e sconcertati da questa situazione – torniamo al nocciolo della questione. La Ternana perde (o non vince) perché nonostante i nomi non riesce a giocare a calcio. Sono diventati tutti brocchi? All’improvviso? Qualunque allenatore ha provato qualunque sistema di gioco: i risultati non cambiano. Purtroppo in questo momento chi scende in campo (chiunque scende in campo) non riesce a giocare.

Ecco perché allora bisogna mettere dei punti fermi. Bisogna essere drastici e crudi.

Si deve ripartire dalla voglia e dalla mentalità della disperazione dopo l’infortunio di Gagno. Bisogna ripartire da Pobega. Bisogna guardarsi in faccia e dire: o così o per niente. Come è successo nel secondo tempo, con la squadra addirittura in inferiorità numerica. Viene da arrabbiarsi ancora di più perché poi la Ternana dimostra di avere le qualità per vincere. Ma cosa succede? Perché non metterle in mostra da subito. Allora cominciamo subito a pensare che siamo spacciati. Siamo disperati. 

Perché ora bisogna pensare solo ai playoff, qualificarsi e poi andarli a vincere. Prepararsi a quello. Trovare un’identità. Che sia con il 352, con il 433, con il 442. Che sia in 11, in 10 o in 9. Che sia con Ranucci o con Bandecchi, con Calori o con De Canio. Non importa. E’ il gruppo, la squadra, lo spogliatoio che deve prendersi questa responsabilità.

Si devono buttare via le presunzioni, bisogna incazzarsi durante la settimana: non in campo.

La stagione è compromessa: la Ternana il campionato non lo vince di sicuro. Ma si può essere sempre promossi. Bisogna vincere i playoff. Dite voi: è un’impresa? Lo è stata anche al contrario avere questa situazione di classifica.

La squadra è scoppiata. Letteralmente. Nelle prime 14 partite di campionato (e comunque la Ternana non stava volando, ma pensavamo fosse un problema di rodaggio) aveva vinto 7 partite e pareggiate 5 (perse 2). Aveva fatto 19 gol e ne aveva incassati 7. Ora in 10 partite i gol fatti rimangono più o meno sempre gli stessi, almeno in media (14), ma i gol subiti sono 20. 20 in 10 partite: significa 2 di media a gara… 1 sola vittoria in queste 10 partite. La Ternana prende gol consecutivamente dall’8 dicembre. 10 partite a porta aperta. Non è ammissibile. In due partite (e mezzo, compresa la partita di coppa) non ha segnato. Gli attaccanti (Vantaggiato, Marilungo, Nicastro) solo Marilungo ha segnato (e non possiamo certo dire che sia nel suo momento migliore di forma) 2 gol e peraltro in due partite perse, sbagliando nel frattempo anche un calcio di rigore. Quindi il problema è generale. 

Se ne esce solo con una grande forza di volontà, un grande gruppo e una società coesa. Solo così si riconquista il pubblico. Ha ragione Calori: i proclami non servono a nulla. Serve vincere. Recuperare lo spirito da Fera, chela Ternana ha perso e che recupera soltanto a sprazzi. Per vincere bisogna essere delle Fere. Bisogna recuperare il rapporto con la città, con la tifoseria. Ma prima bisogna vincere. E per vincere (chiudiamo di nuovo il cerchio) essere delle Fere. E non solo per 10 minuti.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 09 febbraio 2019 alle 17:14
Autore: Ternananews Redazione
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