Le deflagranti dichiarazioni rilasciate da Stefano Bandecchi a Tef Channel subito dopo il pareggio conseguito (rimediato?) dalla Ternana sul campo del Teramo, hanno provocato una fortissima eco mediatica addirittura a livello nazionale.

Ritengo necessaria pertanto un' attenta riflessione sui motivi che hanno spinto Bandecchi a "frustare" in tal pesante maniera il suo staff tecnico.

Partiamo da una prima ovvia domanda: ha fatto bene o ha fatto male il "numero uno" del Palazzo di Via della Bardesca a scagliarsi in maniera così veemente nei confronti dei suoi dipendenti? 

A modesto avviso del sottoscritto la risposta è secca e precisa: ha fatto benissimo!

Perché quando in una qualsiasi società degna di tale nome, non necessarimente calcistica, si investe mensilmente una cifra di un milione e centomila euro per la gestione dell'azienda, è giusto pretendere dai dipendenti risultati concreti.

E questo vale soprattutto nel mondo del calcio, dove spendere tanti soldi non equivale quasi mai ad un pari ritorno economico.

Abbandonata solo di recente dall'establishment rossoverde quella forma di simpatica ipocrisia che era stata espressa all'inizio della stagione in ordine a quelli che sarebbero dovuti essere gli obiettivi della Ternana (prima la salvezza e poi si vedrà) e chiariti una volta per tutte i reali intendimenti (promozione in Serie B sin da quest'anno), resta però il fatto che a quattro turni dal giro di boa le Fere si trovano soltanto in terza posizione e a ben 7 punti dalla capolista Reggina.

Una posizione onorevole, certo, che però, almeno per adesso, non coincide con l'obiettivo finale prefissato dalla società.

E questo senza nulla togliere al buon lavoro del binomio Gallo-Leone e di tutti i giocatori, che fino a questo momento hanno spesso sciorinato prestazioni di autentico spessore.

Ma per Bandecchi questo non è sufficiente: perché lui vuole vincere e basta !

Innanzitutto perché si ritiene tuttora in debito

con la tifoseria rossoverde, complici i due ultimi campionati semplicemente disastrosi ed è sua ferma intenzione, più volte pubblicamente ribadita, di riportare la Ternana dove l'aveva presa.

Secondariamente, perché quando un imprenditore investe in maniera così cospicua, pretende giustamente di vedere i frutti conseguenti.

E, nel caso specifico dell' "azienda Ternana", un secondo, un terzo o un quarto posto in classifica non giustificano la spesa.

Poi possiamo discutere fino alla fine dei secoli sul modo di porsi del Presidente e anche sull'opportunità di avere sparato in pubblico certe dichiarazioni.

Forse sarebbe stato meglio se Bandecchi avesse esternato la sua "incazzatura" all'interno dello spogliatoio?

Non lo escludo a priori.

Ma il Patron-Presidente è fatto così e, chi ha avuto la possibilità di conoscerlo un po' più direttamente, non può che giustificare il suo atteggiamento dirompente.

L'atteggiamento di un uomo che si è fatto da solo combattendo mille battaglie, che commetterà pure degli errori, ma che nella vita ha un solo obiettivo: il successo a 360 gradi.

Siccome è quasi mezzo secolo che seguo le sorti della Ternana, mi chiedo quanti altri massimi responsabili della società rossoverde del passato si siano impegnati così sostanziosamente, sia sotto il profilo del sostegno economico, che sotto quello squisitamente mediatico e di partecipazione in prima persona.

Con il dovuto rispetto per tutti i "past president" della Ternana Calcio 1925, faccio fatica ad individuarne uno, eccettuato il grandissimo, indimenticabile Giorgio Taddei.

Ciò premesso, e a parte le mie personali opinioni (che, naturalmente, saranno più o meno condivisibili), l'augurio e la speranza è che il messaggio di Stefano Bandecchi giunga a destinazione e sia compiutamente recepito da chi di dovere, perché questa Ternana ha le caratteristiche e soprattutto le potenzialità per puntare veramente molto in alto: basta saperle sfruttare al 100%.

Ed in fondo ne sono convinto, visti i volti sorridenti e distesi di Patron e staff tecnico al termine della riunione conviviale tenutasi ieri a Roma.

Dopo tanto clamore, è dunque tornato il sereno in casa rossoverde, con l' obiettivo immediato di riprendere la corsa parzialmente interrotta a Teramo sin da sabato sera contro la Viterbese.

Una partita quella contro i gialloblù della Tuscia da vincere a tutti i costi, contro una squadra e, soprattutto, una tifoseria che vivono questo macht come un autentico derby. 

Chissà poi perché...

Sezione: Editoriale / Data: Gio 21 novembre 2019 alle 00:00
Autore: Massimo Minciarelli
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