Sarebbe facile, fin troppo probabilmente, parlare della delusione di una sentenza che ha rappresentato il giusto epilogo di una estate di colpi di mano, colpi di spugna, colpi di testa e piedi puntati. Sarebbe semplice, in questo momento, porre l'attenzione sul fatto che dalla data odierna, 11 settembre 2018, si potrà cambiare il format di un campionato dalla sera alla mattina, soltanto chiedendo l'opinione dei presidenti delle società della categoria interessata e facendo pressioni sulla Federazione, che non potrà tirarsi indietro, avendo creato un precedente così scomodo. Sarebbe facile farlo, dicevamo, e invece a noi piacciono le sfide difficili, quelle che sul momento sembrerebbero quasi impossibili. 

E allora, cara Ternana, guardiamo in faccia la realtà, facciamolo però con lucidità e serenità (per quanto possibile). La Serie C è stata guadagnata e meritata sul campo, non è stato un torto subito, non c'è da recriminare nulla o quasi nulla, questo non dobbiamo nascondercelo. La Lega Pro è arrivata con merito, dicevamo, eppure quello che la Ternana non ha meritato è stata questa estate, questo rincorrersi di beffe e azioni sovversive che ne hanno fatto oggetto di scherno, che l'hanno messa alla berlina e ne hanno condizionato ogni singola azione, ogni pensiero. Questo trattamento no, non è giusto! 
E allora si deve rialzare la testa subito con quella fierezza che ha sempre contraddistinto le Fere e i loro tifosi, perchè fallire sul campo succede e succederà ancora, l'importante è che nessuno calpesti la dignità rossoverde. Si vivrà un campionato di Serie C, questo è quanto, e sarà duro, difficile, si penserà di essere avvantaggiati da tanti fattori e invece ci si scontrerà con la realtà dei fatti, che non conta da dove vieni o che nomi hai, ma solo quanto ci credi e quanto sei disposto a sporcarti. Sarà Serie C, ma che si provi a reagire con dignità: che si presenti la squadra, che non si ridimensioni la serata solo perchè la squadra giocherà nel campionato che si è meritato sul campo. Adesso è il tempo di ripartire, di mettere nuova benzina per quello che sarà, è il momento di conoscersi l'un l'altro, che i tifosi possano infondere calore a forza alla squadra e che questa capisca quanto è importante calarsi nella realtà di una città così attaccata ai suoi colori.

Che si colori il Liberati per la presentazione, che sia comunque una piccola festa e non un funerale, perchè la Fera non è morta, è soltanto pronta a tornare a volare.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 11 settembre 2018 alle 20:00
Autore: Marina Ferretti
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