Stavolta non aver segnato non comporta affatto dei problemi, anzi. 

La Ternana è in finale di coppa Italia di C, per la seconda volta nella sua storia. Per la prima vittoria servirà battere la Juventus (la Juventus giovanile, d’accordo) e regalare così un trofeo a Bandecchi. Un trofeo al quale magari lui non tiene molto, ma che alla fine sempre in bacheca sarà… e soprattutto - dovesse vincerla - avrebbe la matematica certezza di partecipare ai playoff partendo da ottima posizione.

Ecco perché la Ternana ha avuto in testa sin dall’inizio il proprio obiettivo: passare il turno. E visto il periodo (esterno e di risultati) non propriamente soddisfacente ha voluto tirar fuori il massimo risultato con il minimo sforzo. Chi doveva attaccare era il Catania, bisognava soltanto stare attenti a non farlo segnare e basta. E questo la Ternana ha fatto. Con ordine, senza rischiare troppo. Subendo sì, ma con criterio.

Subendo, paradossalmente, ancora di più, quando Gallo è passato alla linea difensiva a 3 chiudendo ancora di più gli spazi a disposizione di Biagianti e compagni.

Era importante l’obiettivo finale, stavolta. E non possiamo dimenticarci neanche del contesto: momento teso e difficile in casa rossoverde. Forse anche per questo qualcuno si aspettava una partita diversa. Forse non era il momento giusto per sgombrare la testa ma già da domenica in casa sì.

La Ternana deve riappropriarsi della sua mentalità, della sua voglia di giocare a calcio, di mettere sotto l’avversario. E’ vero che Gallo ha subito molto meno rispetto alla prima parte del campionato, ma sta segnando con il contagocce. Questa è la quarta partita consecutiva senza realizzare neanche un gol. Il terzo 0-0 in quattro partite: un paradosso visto che fino a due settimane fa lo 0-0 non era proprio contemplato dalla squadra rossoverde.

I numeri dicono che tutta la squadra della Ternana non segna più, ma soprattutto non segnano gli attaccanti. Il problema è che rispetto a prima vengono a mancare le occasioni da gol. Prima magari gli attaccanti non sfruttavano le occasioni che venivano create. Ora invece non si creano con più difficoltà. E questo è confermato anche dai dati: almeno 3 tiri in meno a partita di media, sotto media anche il grado di pericolosità delle occasioni da gol. E’ la sindrome della coperta corta? O un momento di appannamento della squadra?

Non è certo la partita di Catania che ci deve (o ci può) togliere i dubbi. Questa partita va analizzata nei 180 minuti, 180 minuti in cui la Ternana ha fatto due gol e ne ha subiti zero. Strategie diverse, gare diverse. 

La Ternana è in finale e si giocherà un trofeo. Per il campionato è un’altra storia. E’ vero - forse Bandecchi avrebbe voluto delle risposte più frizzanti da questa partita - ma per sua stessa ammissione la coppa Italia non era obiettivo prioritario. Quindi ha lasciato alla squadra e a Gallo la gestione di questa partita. 

Andata e ritorno ora anche l’impegno con la Juventus. Anche questo un antipasto di playoff. Ecco: il campionato servirà a questo. Trovare la giusta mentalità e il giusto equilibrio. Avere la grinta giusta e la pericolosità necessaria per segnare a tutti e non prenderle da nessuno.

Da oggi tutti nemici, ma con la finale in tasca.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 13 febbraio 2020 alle 17:07
Autore: Ternananews Redazione
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