Mi scuserà il grande regista Sergej Michajlovič Ėjzenštejn se cito in questa estemporanea sede il suo celeberrimo film del 1925 "La corazzata Potëmkin", reso ancor più famoso (perlomeno in Italia e per i non amanti del cinema d'essai) da Paolo Villaggio e dalla sua indimenticabile gag nel film Fantozzi 2 (- per me "La corazzata Potëmkin" è una cagata pazzesca! -).
Certo, non è che sia possibile, nè giustificabile rapportare l'isterica prestazione dei rossoverdi martedì sera a Salò al dramma rappresentato dal film russo o, peggio, alla battutaccia fantozziana...
Ma l'idea di una presunta corazzata che a un certo punto ha cominciato a imbarcare acqua da tutte le parti peggio di una pilotina sfondata, ci sta tutta!
Sicuramente nell'analizzare la partita non va dimenticata la pessima direzione dell'arbitro Marcenaro di Genova che ha sulla coscienza il gol del 3 a 2 della Feralpi concesso nonostante un netto fallo ai danni di Giraudo, un calcio di rigore solare non fischiato al 92esimo ai danni di Gasparetto e due espulsioni a carico dei rossoverdi, una delle quali perlomeno discutibile.
Ne vanno sottaciuti gli ultimi 20 minuti della partita nel corso dei quali i resti delle Fere, con un apprezzabile rigurgito di orgoglio, hanno giocato con cuore e determinazione, arrivando a sfiorare quello che sarebbe stato un clamoroso e tutto sommato meritato pareggio.
Ma, nel contempo, i primi 70 minuti di gara c'hanno per l'ennesima volta regalato l'immagine di una "non-squadra" senza capo, né coda; un accozzaglia di giocatori messi lì quasi per caso, incapaci di costruire una manovra degna di tanto nome e di infilare tre passaggi di seguito; oltretutto con un contorno di nervosismo assolutamente ingiustificabile in giocatori professionisti degni di tanto titolo, oltretutto acclamati al loro arrivo a Terni addirittura come "campioni" per la categoria.
E, si badi bene, senza con questo voler attribuire una qualsivoglia colpa del "misfatto benacense" all'allenatore Calori o al Direttore Sportivo Leone, ultimi arrivati sul palcoscenico di una rappresentazione assolutamente deludente per responabilità riconducibili esclusivamente a terzi soggetti.
Parlo in particolare di chi si è arrogato il diritto di scegliere personalmente certi giocatori, indicandone il nome uno per uno alla società (salvo rare eccezioni), senza poi conferire alla squadra da lui pretesa il benché minimo straccio di gioco.
La quale società, dal canto suo, ha dalla sua la pesante colpa di averne assecondata "in toto" ogni scelta e di averne poi colpevolmente  ritardato l'esonero (con l'aggravante della recidiva), dando quindi l'ennesima dimostrazione di inesperienza.
Ciò doverosamente premesso e precisato, togliamoci tutti una volta per tutte dalla testa l'idea di una promozione diretta in serie B, data l'abissale distanza della Ternana dalla prima piazza della classifica e preoccupiamoci piuttosto di salvaguardare almeno un posto nei play-off, visto che oggi come oggi i rossoverdi si trovano addirittura al limite della stessa zona.
Quindi - se si vogliono finalmente fare le cose per bene - che sia dato immediatamente ampio mandato a Calori e Leone per riuscire a trovare nei pochi giorni che ci separano dalla fine del Calciomercato invernale quei due o tre giocatori che siano in grado di conferire a questa squadra di c.d. "grandi nomi" il tasso tecnico e lo spessore necessari per poter ancora ambire  alla vittoria finale (purtroppo sempre più lontana), passando almeno per la lunga ed estenuante coda degli spareggi.
I buoni calciatori costano tanti soldi? Chi è causa del suo mal pianga se stesso...
In fondo nessuno ha obbligato la proprietà a prendersi la Ternana. Oppure no...? Dubbio Amletico...
Diversamente, prepariamoci a vivere con più che serafico distacco l'ennesimo campionato deludente delle Fere (eufemismo), che certo non mancherà di far aumentare in maniera esponenziale il già più che evidente distacco della tifoseria Ternana dalla propria squadra del cuore.
E l' eutanasia della passione rossoverde continua...

Sezione: Editoriale / Data: Gio 24 gennaio 2019 alle 00:00
Autore: Massimo Minciarelli
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