Non è bastato neanche il pragmatismo e l’esperienza di De Canio per invertire la tendenza. Di certo non potevamo sperare che in 48 il nuovo allenatore della Ternana riuscisse d’incanto a risolvere i problemi dei rossoverdi. Qualche cosa ha provata a farla De Canio: è partito coperto, con un 451, ha finito con un 442 a trazione offensiva per cercare di recuperare.
Ma sembra che ormai questa Ternana abbia la testa troppo “preoccupata”. Questa è una crisi senza fine. Una crisi che non si arresta. Gli errori sono sempre gli stessi, con tutti gli allenatori. Quindi fanno parte del DNA di questa squadra, delle caratteristiche tecniche. Nelle ultime sette partite sono arrivate 6 sconfitte e un pareggio con un gol al 94esimo (contro la Salernitana). E’ una crisi iniziata con Pochesci, proseguita con Mariani e finita con le 48 ore di De Canio. Non può essere quindi solo una questione di “manico”.

Purtroppo anche oggi stiamo a parlare di una Ternana che ha sofferto poco, forse quasi nulla, ma che comunque ha preso sempre due gol. Uno partito da un errore individuale in mezzo al campo (a parte di uno dei migliori del girone d’andata, Paolucci) e l’altro da un calcio d’angolo. La Ternana la partita l’aveva pure ripresa, ma poi è ricaduta negli stessi errori: concentrazione? Allenamento? Abitudine?

La medicina è una sola: lavoro e mentalità.

Di sicuro De Canio, magari sperava in un esordio più fortunato, ma sapeva che la sua avventura ternana sarebbe stata complicata. Difficile. Ma non impossibile. Difficilissimo è poter lavorare 48 ore e poi ancora 48 per preparare due partite. Ci sarebbe bisogno di tempo, quando di tempo non ce n’è affatto.

Sarebbe stato importantissimo per il morale poter fermare l’emorragia. Ma non è arrivato. E allora bisogna rimboccarsi le maniche, mettere sul campo di allenamento tutto quello che si ha per mandare a memoria le disposizioni del nuovo allenatore. Cercare di ridurre il tempo di inserimento del nuovo allenatore: e questo lo possono fare solo i giocatori. Mettendosi completamente a disposizione, togliendosi dalla testa brutti pensieri. Il pallone pesa sempre di più, fa girare meno le gambe.

Ma De Canio è esperto. Queste situazioni le ha già gestite, saprà infondere cultura del lavoro e la giusta dose di preoccupazione nei prossimi giorni.

Ma non è il momento di mollare, non ancora. La situazione è difficile non impossibile. Mancano 15 partite vale a dire 45 punti disponibili. Quindi si può recuperare a patto di cambiare completamente marcia. Lo scorso anno a Liverani riusci il miracolo con due giornate in meno a disposizione. La Ternana allora era a 22 punti a 8 dalla salvezza diretta e a 4 dai playout. De Canio ha due partite in più (che potrebbero rivelarsi fondamentali) e le distanze più o meno sono le stesse (-9 dalla salvezza, -5 dai playout).

Voi direte che la squadra dello scorso anno era (almeno sulla carta) più forte (non a caso Falletti ha fatto il suo primo gol in serie A), ma mollare ora non si può. Sarebbe un delitto. Proprio ora che è arrivato De Canio che senza strillare, senza dichiarazioni roboanti, può portare un giusto apporto di esperienza.
Senza nascondersi però: la situazione è dura. Di errori ne sono stati commessi a iosa e ora è passato l’oste a chiedere il conto. Salatissimo. Risalire la china è dura. Ma arrendersi a febbraio è follia.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 24 febbraio 2018 alle 20:09
Autore: Redazione TernanaNews
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