Liveraaaaaniiiiiiiiiii... era questo il tormentone di Maurizio Crozza nei panni di Cosmi. È entrato nelle orecchie di tutti. Ma da oggi in poi il nome di Liverani lo si canta a Terni. A squarciagola. Come mai nessuno aveva mai osato immaginare quando è arrivato a Terni. Neanche lui sperava così tanto.
Salvezza diretta. Ripetetelo perché non ci credete ancora neanche voi. Da festeggiare come una promozione perché la Ternana 13 giornate fa era retrocessa. Aveva 26 punti ed era ultima in classifica. Liverani sembrava già oltre l'ultima spiaggia. Sembrava la chanches concessa a un allenatore quando non hai più nulla da perdere.
È stata invece la rinascita della Ternana e una clamorosa rivincita per lui. Aveva trovato una squadra depressa, sull'orlo di una crisi di nervi. Con intelligenza, pazienza, lavoro l'ha rimessa in piedi. Ha saputo toccare le corde giuste. Ha saputo porsi con i mezzi giusti sia con la squadra che con la piazza. Ha messo in campo la sua esperienza (anche se come allenatore era poca) e la sua voglia di rivincita nei confronti del mondo del calcio. E se l'è presa. Ora è necessario, obbligatorio, rinnovargli SUBITO il contratto. Prima che ce lo rubi qualcuno. Perché si deve ripartire da questo allenatore. È obbligatorio. Anche in una partita come quella contro l'Ascoli ha dipanato magicamente la matassa fra primo e secondo tempo. Forse ha la bacchetta magica. Forse è semplicemente bravo. Ma non ci sono dubbi. Deve rimanere: per forza. E sarà lui insieme alla proprietà a decidere chi dovrà rimanere il prossimo anno di tutti i giocatori a scadenza. Insieme a lui bisogna costruire il futuro dopo la grande paura di quest'anno. A proposito ci sarà modo di analizzare gli errori, non ce ne siamo dimenticati. Ma ora è tempo di festeggiare.
Festeggiare e ringraziare due ragazzi straordinari. Due che se avessero potuto scegliere come salutare Terni avrebbero fatto esattamente così: i gol necessari a salvare la Ternana all'ultima giornata con una rimonta fantastica. La rimonta della rimonta. Li abbiamo visti crescere in rossoverde, li abbiamo coccolati, li abbiamo insultati (sì anche quello), li abbiamo aspettati, li abbiamo esaltati, li abbiamo voluti in panchina. Ma soprattutto gli vogliamo bene come fossero nostri fratelli. Se ne vanno perché il loro contratto scade. Perché i dissapori fra la società e il loro procuratore non hanno permesso una soluzione diversa. Ma loro da professionisti hanno continuato a giocare per la Ternana con tutto l'impegno di questo mondo. Sbagliando anche certo. Prendendosi sempre le loro responsabilità. Ed è il grande esempio e insegnamento che lasciano a Terni. Non si dice di essere attaccati alla maglia: si fa. E loro l'hanno fatto. Questa Ternana che si salva con i loro gol sembra davvero un film a lietissimo fine. La loro gioia genuina a fine partita ci ripaga di tutto.
Come le lacrime di Modestino e Liverani, abbracciati insieme a Zanon in mezzo al campo. La tensione scende, l'emozione viene fuori. La vecchia guardia si stringe.
Ora a Terni è finito un ciclo: se ne andranno in tanti, ma sarebbe giusto che qualcuno rimanga. Per dare quella continuità che Terni non ha mai avuto. Ribadiamo ancora: Felipe e Cesar non si possono trattenere, così come Petriccione o Palombi. Ma di questi ragazzi che è come se avessero vinto un campionato bisogna che lo spirito si tramandi: a partire dall'allenatore.
È stato un miracolo: non sempre riescono. E quindi prendiamo spunto e guardiamo avanti. Con un grande abbraccio per chi in questi anni ha sudato con la maglia addosso. A cominciare da quella strana coppia di uruguayani arrivati a ferragosto di tre anni fa e che regalano la B alla Ternana...

Sezione: Editoriale / Data: Gio 18 maggio 2017 alle 23:11
Autore: Redazione TernanaNews
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