Il giudizio viene sempre influenzato dal risultato, per quanto si possa affermare il contrario, questo accade sempre perchè è nella natura umana, quello che conta è il punto d'arrivo: per quanto la strada possa essere bella, se ci mettiamo troppo ad arrivare, ci stanchiamo e la prossima volta ne faremo un'altra. 

Ora, cercando di mettere da parte tutte le influenze possibili e immaginabili, cercando di ragionare con la mente lucida e aperta, quella contro l'Empoli non era la partita da vincere a tutti i costi: i toscani hanno come chiaro obiettivo quello di raggiungere la massima serie, i rossoverdi quello di salvarsi, nonostante i proclami reiterati a più riprese. La dimensione della Ternana attuale è quella che sta vivendo, la lotta per mantenere la categoria, e questo è il punto di vista da cui deve partire qualsiasi analisi voglia essere obiettiva. 

La sfida del Castellani non doveva essere quella del riscatto, ma comunque ha dato buoni spunti di riflessione, non tanto per tifosi e giornalisti, quanto per gli addetti ai lavori, quanto per chi questa società rossoverde la gestisce e la amministra. E' evidente che ci sono dei limiti, delle problematiche che vanno affrontate e alle quali va posto rimedio se non si vuole (come siamo sicuri che non si voglia) arrivare a dire "peccato, avremmo potuto, ma ormai è troppo tardi", perchè è questo il limite che le Fere stanno correndo, il "vorrei ma non posso". Come spesso ci piace ricordare, non siamo noi a poter decidere quali siano gli innesti da fare, i cambiamenti da apportare e le decisioni da prendere, ma ci sentiamo in diritto/dovere di dire la nostra, perchè in fondo, come recita un famoso coro, la Ternana siamo (anche) noi. Senza essere tacciati di essere malelingue, gufi e menagrami, quello che ci sembra evidente è che qualcosa vada aggiustato, perchè quel qualcosa non funziona bene. E allora quello che chiediamo è che si individui dove sono le mancanze (in campo? in panchina? nel mercato?), e che si prendano gli aggiustamenti necessari per porvi rimedio, non il prima possibile, subito. Il tempo c'è, non è molto ma è ancora a disposizione: ora bisogna dimostrare di saper agire.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 22 gennaio 2018 alle 00:01
Autore: Marina Ferretti
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