Due pareggi per Calori: poca cosa visto che la Ternana deve recuperare tanti di quei punti buttati via in precedenza e, a ben vedere, anche sotto la guida del tecnico toscano. Il malato è ancora malato, c’è poco da girarci intorno. Ha voglia Calori a sostenere che vede segnali positivi. Beato lui! Speriamo soprattutto abbia ragione il tecnico e che questi segnali estemporanei si sommino rapidamente regalando così alle scarne platee del Liberati qualche rappresentazione degna di tal nome. Perché la Ternana vista contro la Virtus Verona è stata davvero imbarazzante, almeno per un tempo, il primo, nel corso del quale agli avversari è bastata un po’ di aggressività e la posizione (indigesta ai rossoverdi) di Nolè e Grbic, per andare in confusione. I veneti, penultimi in classifica, sono stati capaci di mettere tre volte un giocatore davanti a Gagno. Alla Ternana identica operazione non è mai riuscita. Per via di una formazione iniziale a nostro avviso discutibile e di prestazioni sotto tono (per qualcuno l’ennesima) di più di un giocatore. Poi, una volta toccato il fondo, sotto di due gol e con l’uomo in meno, grazie anche a qualche innesto adeguato, è arrivata la reazione che ha portato al pareggio. Un punto che speriamo possa servire anche se ad oggi è chiaro a tutti che la Ternana di punti ne ha buttati al vento un paio e soltanto grazie al baby Pobega (una delle poche certezze di questa stagione) non è incappata in un’altra figuraccia da primato.

In estrema sintesi: Calori non ha ancora trovato la quadra ma anche lui sa bene che deve fare in fretta, facendo scelte importanti, se non definitive. Ad oggi ci sembra impossibile che la Ternana possa fare a meno del suo miglior cannoniere (Marilungo) e dell’unico esterno vero a tutta fascia, vale a dire Furlan, capace peraltro di giocare su entrambi i lati del campo. L’arrivo di Palumbo e Castiglia aveva aggiunto qualità ad un centrocampo con poco fosforo. Domani sera contro l’Albinoleffe, Calori non avrà a disposizione nessuno dei due. E sarà un problema in più. Uno dei tanti visto che nel frattempo, oltre il campo, di problemi sembrano sorgerne altri.

Magari anche senza volerlo li ha indirettamente esposti proprio il “patron” Bandecchi quando ha affermato che adesso della Ternana che gli costa 800mila euro al mese se ne occuperà lui, direttamente, col supporto di Tagliavento. Già, non fosse che pochi giorni prima c’era stata una nota del presidente Ranucci che informava del suo distacco da Terni per motivi di lavoro, fermo restando che sarebbe stato sempre lui a soprintendere alle operazioni rossoverdi seppure a distanza, da Roma, sempre con il supporto del solito Tagliavento. La domanda allora sorge spontanea: chi dei due? E che ruolo avrà Ranucci nella galassia rossoverde? Insomma, un po’ di confusione c’è, inutile girarci intorno. E forse anche questa situazione ha contribuito a generare il flop (per ora) a livello calcistico.

Ma sulle dichiarazioni di Bandecchi ci sarebbe ancora d’approfondire. Lui che si sente “vittima” ci sta, anche se poi sempre lui ha avallato ogni operazione, ogni decisione. Però ci mette i soldi da due anni senza ottenere lo straccio di una soddisfazione. Difficile seguirlo quando cerca di distribuire qualche responsabilità all’ambiente, ai giornalisti “che hanno subito parlato di Ternana-corazzata del girone facendolo credere ai giocatori”. La squadra è stata considerata forte da tutti, giornalisti a livello nazionale e addetti ai lavori di ogni girone di serie C. Che poi il presupposto non abbia trovato conferme sul campo è altro discorso e, tutto sommato, non è neppure una rarità nel calcio. In ogni caso il patron farà bene ad individuare altrove (ma siamo convinti che l’abbia già fatto) le responsabilità di una stagione che non va come dovrebbe. E se i tifosi al termine dell’ennesima partita-figuraccia della squadra si rivolgono a lui in modo poco urbano se ne faccia una ragione. Cercando magari il colloquio in altri momenti e soprattutto, in altri contesti.

L’unica nota positiva che riusciamo ad estrapolare da un sabato da buttare è l’aver confermato il proprio impegno nella Ternana “per riportarla dove l’avevo presa”. Fin qui per farlo ha speso molto e cambiato diversi protagonisti. Non è bastato a lui come non è bastato ad altri presidenti di società altrettanto importanti. Caro “patron” nel calcio non c’è certezza del risultato nemmeno se fai le cose al meglio. Figuriamoci quando sbagli tanto.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 11 febbraio 2019 alle 00:00
Autore: Massimo Laureti
vedi letture
Print