Diventa sempre più difficile riuscire a trarre qualche riflessione sull'attuale difficilissimo, quasi irrimediabile momento vissuto dalla Ternana Calcio.
Di fronte al ripetersi puntuale di sconfitte e di situazioni illogiche e incomprensibili, comincia a mancare letteralmente la voglia di perdere tempo su argomenti che, tanto, non troveranno mai né spiegazione, né tantomeno risoluzione.
Ma gli impegni sono impegni e vanno sempre rispettati.
Ed eccomi qui, dunque, a meditare sull'ennesimo tracollo di una squadra che, dopo aver apparentemente dato segnali di ripresa con l'avvento del nuovo allenatore, è tornata ad allinearsi a Cesena sui trend più che negativi troppe volte commentati quest'anno.
Dire che la classifica appare quasi irrecuperabile mi sembra scontato, anche se i soliti romantici continuano a parlare di matematica come ultima speranza. Anche le altrui disgrazie servono in qualche maniera a tenere accesa la fiammella della salvezza, magari da raggiungersi ai play out. Solo che per arrivare agli spareggi per evitare la retrocessione ed indipendentemente dalle penalizzazioni che stanno colpendo e colpiranno altre squadre, bisognerebbe anche che questa curiosa creatura fatta di vecchie glorie e di giovani immaturi cominciasse a vincere qualche partita di seguito. Del resto non si può pretendere di cambiare allenatore ogni giornata di campionato per riuscire a centrare la vittoria, anche se, paradossalmente, questa potrebbe essere la soluzione giusta...!
Scherzi a parte, questo è l'attuale desolante panorama del calcio ternano. Un panorama reso ancora più cupo dalla pressoché totale scomparsa della tifoseria rossoverde.
La strategia del "divide et impera" adottata apparentemente dai massimi vertici della società di via Aleardi ha centrato perfettamente i propri obiettivi.
Il tifo è ridotto ormai ai minimi storici!
Da una parte due curve (o, meglio, quel che rimane di due curve) in perenne conflitto tra di loro per motivi più o meno noti, ma che verosimilmente potrebbero essere ricondotti solo ad una semplice questione di leadership.
Dall'altra, il resto di una tifoseria oramai quasi scomparsa del tutto.
Gruppi più o meno organizzati che navigano nei procellosi mari telematici scontrandosi spesso e volentieri tra di loro anche per sciocchi motivi di antipatia personale o, peggio, di ridicola supremazia, si accompagnano a qualche centinaio di nostalgici ed eroici tifosi che continuano comunque e in ogni caso ad affollare  (si fa per dire) i sempre più fatiscenti scaloni dello stadio Libero Liberati; e, "ad abundantiam", prolifera tutta una moltitudine di supporters "internettologi" capaci soltanto di sparare con la tastiera contro tutto e contro tutti, ma del tutto incapaci di uscire allo scoperto.
Da questo disarmante quadro deriva l'impossibilità pratica di perseguire un obiettivo comune e comunitario.
In ogni caso va apprezzata l'iniziativa della Curva Est di proporre per sabato prossimo una manifestazione di protesta non soltanto incentrata sulla Ternana, ma allargata anche ad altre questioni di estrema importanza, data l'attuale devastazione in cui versa la nostra città.
A tale deplorevole "quadretto" fa da corollario l'assenteismo conclamato delle istituzioni locali, da sempre assenti, se non addirittura accondiscendenti, nei confronti della proprietà romano- marchigiana, tanto da far nascere il sospetto che esse siano tenute quasi  in ostaggio dalla stessa proprietà...
Ma, tanto chi te lo viene a spiegare?
Le poche iniziative nobili che qualche anima buona prova a portare avanti per cercare di uscire dalla fine annunciata del calcio rossoverde, si scontrano con il menefreghismo generale o addirittura vengono osteggiate e boicottate per motivi meramente personali.
Dunque, non a caso parlo di una "fine annunciata", perché in fondo si era già capito sin dallo scorso mese di luglio che le cose sarebbero andate a finire così.
Ed esattamente dal momento in cui Panucci disse chiaramente che con questa squadra non si sarebbe potuto andare avanti, rimettendoci peraltro il posto.
Che tutto questo obbedisca ad un piano preordinato della famiglia Longarini mi sembra sinceramente fuori dal concepibile !
Preferisco personalmente propendere per una spiegazione riconducibile all' acclarata incapacità della proprietà di gestire una società di calcio professionistica.
Ma resta comunque il fatto ineludibile che, a meno di autentici miracoli sportivi, la Ternana è condannata a scendere vergognosamente in Lega Pro, con il contributo non soltanto della società di via Aleardi, ma - mi si lasci dire - anche con quello di tutte le altre componenti sociali, a cominciare dalle istituzioni comunali, per finire alla stessa tifoseria, cui in ogni caso va concessa la notevole attenuante di essere stata letteralmente massacrata nel corso di questi ultimi 14 anni.
Quanto alla stampa ternana, porto doverosamente rispetto a tutti i colleghi giornalisti, che, in ogni caso, si impegnano sempre con estrema abnegazione e professionalità; anche se personalmente avrei preferito un atteggiamento più oltranzista e maggiormente indagatore, se non addirittura "inquisitore", nei confronti della società rossoverde.
Ma giustamente ognuno è libero di interpretare la professione come meglio preferisce.
Concludo queste ennesime amare riflessioni, rimanendo attaccato con le mani e con i piedi alla speranza che le 11 partite che ancora rimangono di qui alla fine del campionato, possano in qualche maniera salvare questa disastrosa stagione.
E, pertanto, affinchè questa "cronaca di una fine annunciata" possa invece trasformarsi in un auspicabile risveglio dal vero e proprio incubo che stiamo vivendo!
Ma onestamente ci credo poco...

Sezione: Editoriale / Data: Gio 23 marzo 2017 alle 00:01
Autore: Massimo Minciarelli
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