"Un uomo solo al comando", parafrasando la celebre battuta del radiocronista Mario Ferretti nel commentare la storica impresa di Fausto Coppi nella tappa Cuneo - Pinerolo del Giro del 1949. 

Lungi da chi scrive il voler azzardare un tentativo di "captatio benevolentiae" nei confronti di un personaggio che ha comunque spaccato la piazza ternana e che la divide tuttora, complice la sua ridondante personalità e i risultati a dir poco deludenti nel biennio della sua gestione della casa rossoverde. 

Sinceramente non ne vedo la necessità, nè soprattutto l' utilità. 

Ma, oggettivamente parlando, non si può mettere in dubbio che il Patron-Presidente della Ternana Stefano Bandecchi sia un uomo che non si tira indietro neanche davanti alle contestazioni più feroci. 

Molti, dopo quello che è successo, avrebbero mollato. 

E lui stesso aveva più volte minacciato di farlo, salvo poi fare subito marcia indietro con orgogliosa tigna. 

Del resto, senza tornare troppo indietro nel tempo, di esempi di dirigenti che dopo le contestazioni (e le pesanti minacce) ricevute hanno abbandonato frettolosamente la piazza, ce ne sono stati anche a Terni. 

Ma Bandecchi, no. 

Da buon livornese puro sangue ha resettato tutto e ha deciso di tentare nuovamente la sorte, reso più esperto (almeno me lo auguro) dalle umiliazioni incassate in precedenza,  compreso quello sputo in faccia beccato sotto la Curva Est e, da uomo d' onore quale è, mai digerito completamente. 

Dunque, ci riprova. 

Magari con programmi meno roboanti e senz' altro più prudenti, ma torna ad affrontare il futuro a petto in fuori come suo costume. 

Niente più promesse. 

Ma soldi da investire in questa faccenda, sicuramente si. 

Checché ne dica qualcuno... 

Perché il giocattolino chiamato Ternana costa. Eccome! Almeno 800 mila euro al mese, come recita chiaramente il bilancio della società  (che è pubblico). 

Del resto, alternative? 

Imprenditori disposti a prendere in mano il carrozzone rossoverde? 

Zero. 

Dunque? 

Dunque direi che è preferibile tenersi ben stretto questo novello emulo (magari ancora poco degno di tale definizione) dei vari Romeo Anconetani, Costantino Rozzi, insomma di tutti quei "padri-padroni" del calcio che purtroppo sono una razza in via di estinzione e di provare a guardare avanti con timida speranza. 

Molto timida in verità dati i recenti tracorsi e, soprattutto, condita con un bel po' di prudenza. 

Ma non vedo alternative di sorta. 

Certo, ora qualcuno mi accuserà di aver sposato la filosofia del "basta che lu pallone cuzzoli"... 

Ma perché, che c'è di strano? 

Credo che sia molto meglio vedere la nostra Ternana affrontare il Bari, il Catania o l' Avellino (sia pure in Serie C), piuttosto che il Foligno in Eccellenza o il Cannara in Serie D (con tutto il rispetto). 

Quindi, il consiglio che mi permetto di rivolgere al popolo rossoverde e, in particolare, ai c.d. "oltranzisti a prescindere" è quello di imitare Indro Montanelli quando a suo tempo decise di votare DC: "turatevi il naso e... venite allo stadio"! 

Poi, è chiaro: saranno solo i risultati a fare in modo che i 12mila abbonati mettano in pianta stabile le radici sui gradoni del Liberati o, di contro, a  indurre i tifosi a spendere il loro tempo in una maniera diversa. 

Qualcosa si comincerà ad intuire già dal prossimo 4 agosto, giorno in cui le Fere faranno il loro esordio in Coppa Italia contro l' Olbia, allorché vecchi e nuovi giocatori dovranno cominciare a dare dimostrazione di essere degni dei colori indossati, evitando possibilmente di imitare il gruppo amorfo della passata stagione. 

Ormai ci siamo. 

Anche se in casa rossoverde ci saranno ancora arrivi e partenze, il tempo del calcio parlato ed immaginato sta finalmente per terminare. 

È ora che il pallone torni a "cuzzolare" sull' erbetta dello stadio... 

Con buona pace di tutti. 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 25 luglio 2019 alle 00:01
Autore: Massimo Minciarelli
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