La doccia gelata dopo l’entusiasmo creato dalla sentenza del Tar del Lazio. La sospensiva a quella sentenza imposta dal Consiglio di Stato ha spento buona parte delle speranze delle cinque ricorrenti, con esse la Ternana, di poter tornare in serie B tramite il tribunale. Certo, il Consiglio Federale, cui è rimandata la decisione finale (salvo le solite possibili code fatte di ricorsi di vario genere) potrebbe cambiare tutto e imporre la serie B a 22 squadre secondo pensiero originale espresso dal Presidente Gravina quando era ancora il numero uno della Lega Pro. Con ogni probabilità sarà una riunione del consiglio federale estremamente infuocata quella di domani ma alla fine a deciderne l’esito potrebbero essere davvero le valutazioni dei legali della Federcalcio che da giorni stanno verificando le possibilità di ricorso dei vari soggetti coinvolti in questa vicenda. Da un lato i cinque delle ricorrenti, dall’altro gli ipotizzati diciannove delle partecipanti al torneo cadetto.

Insomma, alla fine di una storia nata e voluta per questioni meramente di bottega (cambio di format della serie B) finirà per concludersi con una valutazione dei costi. Non certo dei ricavi perché da questa storia, nonostante quanto possano pensarne i vari Balata, Lotito e compagnia cantante, ci hanno rimesso tutti. In primo luogo il calcio italiano che si è esposto ad una figura davvero pessima, facendo ridere mezza Europa, regalando uno spaccato penoso della nostra nazione.

Detto questo c’è d’aggiungere che la Ternana ha fatto il massimo battendosi come un leone nelle varie aule dei tribunali sportivi e amministrativi, scoperchiando un pentolone dentro il quale il malessere del calcio nostrano ribolliva da tempo. Un calcio alla giustizia sportiva malandata, ai controllori che non controllavano e via dicendo. Avrebbe meritato di vincere, di arrivare alla valutazione delle ricorrenti, potrebbe ancora farcela ma è obiettivamente molto difficile.

Ma nonostante tutto Bandecchi e Ranucci hanno ancora una grande opportunità per accrescere il proprio appeal sui ternani, per dare il segnale forte di chi vuole fare calcio in modo sano, con obiettivi chiari e comportamenti coerenti. La società infatti potrà ancora battersi per avere un adeguato rimborso: si parla di cifre intorno ai 10 milioni, stando ai calcoli proposti anche da alcuni autorevoli quotidiani nazionali. Cifre importanti che potrebbero essere utilizzate per migliorare l’impiantistica a disposizione della società rossoverde che, tra l’altro, da quando è arrivata alla Ternana ha investito molto sul Liberati e sull’antistadio. C’è una richiesta di acquisto del Liberati che aspetta una risposta, con relativa valutazione, da parte del Comune. C’è un progetto per la realizzazione del centro sportivo in zona Ponte Allende che dev’essere formalizzato con relativa richiesta di concessione.

Sono opzioni che il patron farebbe bene a valutare scegliendo alla fine quella più interessante, o fattibile. Ma questa è una scelta sua e dei suoi collaboratori. Noi ci permettiamo soltanto di avanzare la proposta di utilizzare i soldi dell’eventuale risarcimento per lasciare un segno forte sulla città. E la realizzazione di un impianto, a nostro avviso, vale più di un campionato vinto perché crea patromonio e futuro tecnico ed economico alla Ternana. Una scelta importante che i ternani aspettano da sempre dopo averla richiesta invano agli imprenditori ternani fino agli anni ottanta, poi a tutti coloro che sono venuti da lontano a gestire la società rossoverde, da Agarini a Longarini. Gente che ha investito molto ma soltanto su tecnici e giocatori. Bandecchi potrebbe cambiare la rotta e mettere mattoni importanti per un futuro migliore e più solido della Ternana. Mentre tecnico e giocatori potranno (dovranno) dare il meglio per riguadagnare sul campo quella serie B che la “cialtronata dell’estate” ha strappato a tre delle cinque ricorrenti.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 29 ottobre 2018 alle 00:00
Autore: Massimo Laureti
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