Ora è arrivata anche la sconfitta. Rimandata qualche giorno fa dalla zuccata vincente di Diakité e da 10 minuti finali da grande squadra. Arrivata in una partita che – dovessimo analizzare i numeri – scopriremo probabilmente meno brutta di quella che è apparsa in tv.

La Ternana ha giocato quasi stabilmente nella metà campo del Pordenone, ha buttato in mezzo all’area una quantità impressionante di cross, ha battuto 7 calci d’angolo. Ha subito gol in uno dei rarissimi tiri in porta del Pordenone, per di più deviato in maniera fortuita da un proprio giocatore. Ma non è bastato: non è bastato perché la manovra è stata tutt’altro che fluida, il possesso palla non ha portato a una superiorità numerica, i cross non erano precisi e perché di palloni “puliti” agli attaccanti non sono arrivati. E quando sono arrivati non sono stati pericolosi.

E’ arrivata la prima sconfitta e di per sé non può mai essere un dramma. Intanto perché è arrivata contro una squadra che da anni vuole arrivare in serie B (non a caso è prima) e poi perché era difficile poter pensare che non si perdesse mai. Il problema è che arriva nel momento peggiore. Perché potremo definire questa una minicrisi rossoverde. Tre partite due pareggi e una sconfitta alle porte una partita comunque complessa come quella contro il Vicenza, altra candidata alla promozione.

La Ternana comincia a preoccupare i propri tifosi perché sembra in involuzione. Le belle cose che si erano viste soprattutto ad inizio campionato che lasciavano presagire un campionato da protagonisti si sono diradate. La squadra dà sempre l’impressione di essere più forte degli avversari, ma lo fa a sprazzi. Lo fa quando è punta nell’orgoglio, quando viene colpita. Potrebbe farlo con continuità, ma non riesce a farlo.

La manovra non è fluida, si affida ai lanci lunghi o alle scorribande di Lopez sulla sinistra. Una volta bloccata, o arginata, quella fonte di gioco la Ternana fatica. Fatica anche perché l’assenza di Vives si fa sentire: De Canio ha provato a sostituirlo con diverse soluzioni. Stavolta è toccato a Defendi che di sicuro è un giocatore straordinario, ma non ha nelle corde la regia.

Esperimenti, tentativi, convinzioni. Si scontra tutto in questo avvio delle Fere, e c’è tutto in questa sconfitta della Ternana. D’altronde se non vince qualcosa non gira. Come ancora non gira Furlan da trequartista: anche lui va a sprazzi. E se anche l’uomo più dotato tecnicamente della rosa, seppur in una posizione che non ama, non riesce a fare la differenza, la conseguenza non può che essere questa.

Ci possiamo anche chiedere se è necessario insistere sul trequartista: va detto che finora De Canio ha provato molti sistemi di gioco (pur partendo dal 4312) e che nessuno di questi lo ha convinto fino alla fine. Perché altrimenti l’avrebbe riproposto.

Ora senza fasciarsi la testa bisogna guardare avanti. Bisogna arrabbiarsi, cambiare qualcosa. Ma non sfasciare nulla. Inutile voler fare critiche pretestuose, solo per dire “io l’avevo detto”. Serve sicuramente approfondire i motivi di questo rallentamento. La vetta è ancora a portata di meno, ancora di più la promozione a giugno. Non bisogna perdere l’obiettivo.

La Ternana deve vincere: è per questo che anche il più piccolo degli errori viene sottolineato. E’ il destino delle favorite. Di chi deve vincere tutto e per forza. E’ il destino di questa Ternana, nata per vincere. Ecco perché si borbotta alla prima sconfitta. Giusto che sia così.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 26 novembre 2018 alle 23:17
Autore: Ternananews Redazione
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