Un campionato buttato via contro l’ultima in classifica. Dovesse essere così sarebbero in tanti a doversi mordere i gomiti anche se poi, alla fine, a pagarne le conseguenze sarebbe in primo luogo Bandecchi che ci mette i soldi e con lui i tifosi che alla Ternana hanno creduto e continuano a credere.

Questa è la fotografia di una situazione creata da errori di ogni tipo e, sia chiaro, non soltanto da quello clamoroso commesso dall’arbitro Garofalo che, probabilmente, ha voluto ergersi a protagonista del match senza averne le qualità. Lui pessimo a pari dei suoi collaboratori.

Ma detto questo, per sgombrare il campo da qualsiasi equivoco, è giusto parlare di tutto quanto è successo (anzi non è successo) in campo tra Ternana e Sicula Leonzio. Una partita che la Ternana avrebbe dovuto vincere di prepotenza, un ostacolo da superare senza il benché minimo indugio. Ci sarebbe voluto un atteggiamento diverso: aggressivo, determinato, nemmeno troppo coraggioso perché se hai 35 punti in più del tuo avversario non devi essere coraggioso per indurlo alla ragione ma giocare secondo le tue possibilità. E con gli uomini migliori. Perché quella partita era fondamentale, da vincere per sperare in un passo falso della Reggina, per far sentire il fiato addosso alla capolista.

Quando rincorri non puoi star lì a fare troppi giochetti. Ventre a terra e andare, rischiando il lecito. Ma, ripeto, contro l’ultima in classifica quali erano i rischi? Giocare con Palumbo diffidato invece di Darmian acciaccato? Lasciare a riposo un Mammarella col fiato corto? Spendersi in avvio Ferrante? Il concetto doveva essere chiaro: vincere. Poi pensare alla Reggina. Com’era successo nelle settimane precedenti. A questo punto della stagione la rotazione dei giocatori ha poco senso. Debbono giocare i migliori, quelli che offrono le maggiori garanzie e, soprattutto, con un’aggressività che alla Ternana domenica ha fatto difetto dal primo all’ultimo minuto.

Mettere subito sotto pressione l’avversario per sbloccare la partita e poi si, rallentare, tirare il fiato e volgere il pensiero alla Reggina.

L’opposto di quanto è successo con lo stucchevole possesso palla che ha prodotto il primo tiro nello specchio della porta avversaria al 21’ della ripresa.

Quindi, colpevole e tanto l’arbitro, ma colpevoli anche tutti gli altri, dal tecnico all’ultimo dei giocatori. A loro adesso passa una palla arroventata perché la situazione di classifica si è fatta terribile e la partita di Reggio Calabria diventa una tappa senza futuro: vincere o dire addio ai sogni di gloria. Vincere e sperare o cercare di mantenere almeno il terzo posto in vista dei play off.

Peccato, peccato davvero. E non si venga a parlare di atteggiamento ostruzionistico degli avversari che non hanno ecceduto nel gioco falloso, che hanno fatto la partita che dovevano e che Gallo si aspettava.

Certo, nessuno poteva aspettarsi l’errore clamoroso dell’arbitro ma la Ternana ha avuto una partita intera per porvi rimedio e non c’è riuscita per carenze proprie, inaccettabili in questa fase del campionato.

Sulla questione arbitrale abbiamo sempre tenuto un atteggiamento prudente. Non pensiamo a giochi di palazzo a direzioni di gara pilotate o robe del genere: altrimenti rinunceremmo anche a guardare le partite. Resta però il problema di inadeguatezza della classe arbitrale giovane. Pochi arbitri abbiamo visto all’altezza e questo è un problema sul quale dovrebbe lavorare il governo del calcio di Lega Pro. Magari aggiungendo il quarto uomo a sostegno della terna. Invece in C se salta un guardalinee l’arbitro è costretto a rinunciare anche all’altro, com’è successo a Viterbo. Insomma per una Lega che vuole crescere sarebbe auspicabile uscire anzitutto da questo far west dove tutto è possibile fornendo garanzie di equità e di correttezza a quegli imprenditori che hanno ancora voglia di investire le proprie risorse nel calcio. La Ternana è stata pesantemente penalizzata (gol buono annullato a Monopoli e rigore negato contro la Sicula Leonzio) nel momento decisivo della stagione. Questi sono fatti, non campanilismo di quart’ordine.

Ed è per questo che Bandecchi dev’essere arrabbiato. In novanta minuti l’hanno tradito davvero in tanti ma non i tantissimi tifosi della Ternana che credono nel suo impegno, nella sua voglia di riemergere. Anche se, Bandecchi per primo, sa benissimo che adesso è diventato tutto molto più complicato.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 04 febbraio 2020 alle 00:00
Autore: Massimo Laureti
vedi letture
Print