La pepata conferenza stampa di Pochesci ha aperto diversi temi di discussione. Dalla vicenda Meccariello alle questioni di “casa mia”. Dall’attacco ad alcuni colleghi non meglio identificati rei di aver criticato troppo la squadra (purtroppo un cliché poco efficace e decisamente controproducente) alla spiegazione tattica delle sue idee di calcio che ha fatto il giro del web (forse non nel modo che lo stesso mister si sarebbe aspettato). 
Che il nuovo allenatore della Ternana sia un personaggio che sa andare anche sopra le righe lo avevamo capito. E facendo un passo indietro e quindi cercando di non essere coinvolti in prima persona possiamo anche accettare le critiche (espresse in modo pittoresco) e apprezzare il personaggio per non essere banale. Ci sarà sempre elettricità in conferenza stampa? Meglio che la noia. Insomma cerchiamo di guardare il lato positivo.

Ma al di là delle ripicche e delle polemiche rimane il dato di fatto su cui è iniziata la discussione. La rosa della Ternana non è considerata (almeno non ancora) all’altezza della categoria. Il 70% circa dei quasi 200 votanti al nostro sondaggio ha giudicato la rosa rossoverde da zona playout. Questo è certamente un giudizio e siamo d’accordo con Pochesci che non conviene a nessuno criticare tanto per criticare. Allora cerchiamo noi, come fosse un segnale per proseguire un cammino insieme, di spiegare meglio il nostro punto di vista.

Il grande equivoco di fondo è stato generato dalle aspettative. Fine dell’era Longarini, l’arrivo di Bandecchi con l’elicottero, un entusiasmo travolgente che ha portato il patron a parlare apertamente di serie A, subito. Ecco: se si parte con queste premesse è inevitabile che arrivino critiche. Poi però bisogna essere obiettivi. Al di là delle parole, che non vanno in campo, purtroppo in una cosa non siamo d’accordo con Pocheschi: non basta il lavoro per trasformare una squadra come la Ternana in una squadra da serie A. Bisogna essere lucidi e se fa bene l’allenatore a dire che il suo gruppo è il migliore che abbia mai avuto, fatto da ottimi calciatori e ottimi uomini bisogna analizzare bene la situazione.

La Ternana ha costruito la squadra da capo. Mancano ancora 10 giorni di mercato, generalmente quelli che in tutta la serie B, cambiano il volto della squadra. Ci saranno almeno altri 4 colpi: un altro difensore (oltre a Vitiello), un attaccante e un trequartista. Queste le intenzioni: e già con questi mister X la rosa sarebbe diversa. Ma comunque – sempre a nostro avviso – non sarebbe all’altezza delle aspettative della società. Una semplice considerazione statistica: il budget a disposizione della Ternana è notevolmente inferiore a chi ha puntato la serie A. Facciamo due soli esempi: Matri al Parma guadagnerà 700mila euro netti a stagione per tre anni. Caputo all’Empoli è costato 3 milioni di euro e guadagna 500 mila euro (più premi) all’anno. Con queste cifre la Ternana (forse) ci fa la stagione.
E’ vero: i soldi non fanno la classifica. Ci sono esempi virtuosi che lo stanno a testimoniare. Spal (che addirittura è andata in serie A) e Cittadella lo scorso anno erano fra le squadre che spendevano meno (sicuramente meno rispetto alle corazzate) in termini di ingaggi. Ma avevano una cosa che la Ternana di oggi ancora non ha: il gruppo di lavoro. La Ternana è una squadra completamente nuova, completamente diversa rispetto alla passata stagione. Solo 2 sono i giocatori che lo scorso anno erano a Terni: Defendi e Valjent. Cambiato tutto il resto: rosa, allenatore, direttore sportivo, presidente, proprietà. E’ per questo che ci vuole pazienza. Pazienza da tutte le parti. 

Il progetto dell’Unicusano è ambizioso ma non si possono bruciare le tappe. Soprattutto se – come è legittimo che sia – gli investimenti sono ponderati ed oculati e spingono la dirigenza ad operare in regime di autosufficienza (o quasi). La differenza, questo sì, la faranno le idee in campo, le intuizioni fuori, un gruppo coeso, la tifoseria consapevole, la stampa informata. Legittimo tenere alta l’asticella ma forse basta solo correggere il tiro per tornare tutti sulla stessa lunghezza d’onda. Questa Ternana dovrà lottare e divertire. Dovrà sorprendere e consolidarsi. Avrà bisogno del supporto di tutti. Altrimenti veramente sarà una stagione di sofferenza, una stagione piena di ripicche e di veleni. Indipendentemente dai risultati. Ecco che quindi che la critica (costruttiva) che vorremmo fare alla conferenza stampa di Pochesci è proprio quella di evitare un clima da giudizio universale. E’ chiaro che sarà il campo a dare il giudizio finale, cerchiamo di arrivarci insieme.

Sezione: Copertina / Data: Mar 22 agosto 2017 alle 15:00
Autore: Redazione TernanaNews
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