L’esonero di Pochesci è stato inaspettato. È vero che non arrivavano i risultati come il patron si aspettava. È vero che avrebbe voluto vedere un trend diverso, sin da molto prima della sosta. Ma è anche vero che Bandecchi aveva concesso al suo allenatore la piena fiducia (sempre legata ai risultati) vincolandola soltanto alle parole.
Bandecchi è arrivato a Terni promettendo un futuro importante. E la città lo ha accolto con entusiasmo e con molta curiosità. Ha garantito lui per il suo gruppo di lavoro, promettendo che Pochesci (allenatore geniale) avrebbe portato la Tenana in serie A in due anni. E che già da questa stagione puntava ai playoff. Aveva garantito lui sul gruppo dei giocatori arrivati dal Fondi, sulla bonta del progetto e sul concetto di famiglia. Ci aveva messo la faccia, come tutti i grandi imprenditori fanno. Per motivare il gruppo, per creare subito positività, per tornare ad essere ambiziosi.
Bandecchi ha sicuramente puntato troppo in alto, quasi costringendo i suoi collaboratori a condividere questo sogno. Ma, da bravo imprenditore, non ha mai fatto il passo più lungo della gamba. Così le dichiarazioni del suo arrivo in città hanno subito cozzato contro la realtà di una classifica che ha sempre stentato a decollare. La classifica attenzione, mai (o raramente) la prestazione. E questo spirito gagliardo della Ternana in campo, voluto fortemente da Pochesci, ha sempre spinto l’asticella delle aspettative più in alto del dovuto.
Ma in fondo, come abbiamo sempre detto, questa squadra è sempre stata una scommessa. E si sa, le scommesse non sempre si vincono.
Era sicuramente una scommessa Pocheschi, che la B non l’aveva mai fatta. A livello personale ci sentiamo di dire che Pochesci la sua scommessa l’ha vinta: ha dimostrato che in serie B ci può stare. Non sarà Allegri o Sarri, sicuramente può migliorare molto, ma a questo campionato qualcosa ha dato, anche (per qualcuno soprattutto) fuori dal campo. A livello di risultati qualcosa manca: per vari motivi, alle volte la sfortuna, alle volte una lettura sbagliata, alle volte errori dei giocatori, alle volte un approccio sbagliato. E ha finito con il pagare: esonerato. Una scelta dolorosa, ma che nel calcio esiste da sempre e per sempre esisterà.
Erano sicuramente una scommessa tanti giocatori arrivati in estate. Qualcuno l’ha vinta (Montalto, Carretta, Paolucci, Signorini, giusto per citare gli esempi più eclatanti) qualcun’altro magari no. Ma ci sta. Nel complesso la Ternana come dicevamo, non ha mai demeritato.
In questo mercato alcuni dei giocatori che non hanno convinto sono stati ceduti e sono arrivati certamente elementi più esperti e che possono già essere inseiti nei titolari: Statella, Piovaccari, Rigione e Signori. E magari non è finita. Insomma meno scommesse. Anche se poi qualcosa bisogna rischiare sempre, ci mancherebbe pure, soprattutto quando il budget a disposizione per i cartellini non è certo faraonico, anzi...
Ma noi non abbiamo mai chiesto e mai chiederemo a Bandecchi di spendere soldi. I suoi soldi. Finché paga gli stipendi e consegna al proprio allenatore una squadra in linea con i veri obiettivi stagionali, non possiamo dire nulla. Abbiamo sempre detto che però la cosa più importante che le cose vengano fatte al meglio delle proprie possibilità. Perché questo per la nostra Ternana lo pretendiamo. Pretendiamo che il patron in testa, passando per il presidente, direttore, allenatore, giocatori e via via tutti, amino la Ternana come la amiamo noi. Deve essere curata e trattata come lo faremmo noi al suo post: con la stessa cura, con la stessa maniacalità. Pur avendo ognuno di noi un’impostazione diversa, quindi Bandecchi è libero di metterci la sua genialità che lo ha portato ad essere un imprenditore di successo.
Ecco, arrivati a questo punto però la Bandecchi ha preso delle decisioni importanti. Ha deciso di aumentare l’esperienza della squadra sul mercato, affidandosi all’operato di Evangelisti che aveva un recinto ben preciso. Lo ha fatto nel miglior modo possibile? Secondo noi sì, difficile fare meglio con nessuna spesa (o quasi) per i cartellini. Ha deciso di esonerare l’allenatore nonostante il grande feeling con la piazza e una squadra viva. È una decisione comprensibile per cercare di cambiare le cose e farle girare per il verso giusto.
Ora però non c’è più spazio per le scommesse. Esattamente come nel mercato si è cercato di correggere il tiro per adattarsi alla categoria, così bisogna ragionare per la panchina. Pochesci ha rappresentato certamente una grande novità. Non è stato fortunato, né lui né la sua Ternana. Ma ora, per arrivare alla salvezza, non c’è tempo per un’altra scommessa. Ora ci vuole un allenatore che la B la conosca, che sappia navigare in acque difficile, che ridia la bussola a un gruppo che non può scommettere ancora. Ci vuole una scommessa a basso rischio. Non conosciamo personalmente Mariani e non ci interessano le voci che girano in città. Anzi: siamo convinti che sia un bravo allenatore e una brava persona. Ma in questo momento per tirare fuori il meglio da questa situazione, per rischiare il meno possibile, pr tentare il tutto per tutto, ci vorrebbe uno specialista della B, non un altro esordiente. Per quanto bravo, per quanto sotto la tutela e la parola di Bandecchi.
La Ternana lo scorso anno si è salvata miracolosamente affidandosi a un allenatore con poca esperienza, è vero, ma di comprovate qualità (ora Liverani è primo con il Lecce in Lega Pro) fece una compagna acquisti di gennaio faraonica, senza badare a spese. E soprattutto aveva già tentato, fallendo, la carta dell’allenatore esperto: Gautieri. Liverani era davvero l’ultima carta da giocarsi. Questa Ternana non è ancora così

Sezione: Copertina / Data: Mar 30 gennaio 2018 alle 08:00
Autore: Redazione TernanaNews
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