E' sempre una bella emozione tornare al Liberati, specialmente in un'occasione speciale come il derby, una partita da cui sai sempre cosa aspettarti, ma che, alla fine, ti stupisce sempre. 
La settimana che ha preceduto il 91esimo confronto tra Ternana e Perugia è stata molto particolare, diversa da tutte le altre. L'assenza preannunciata dei tifosi del Perugia ha tolto molto brio al confronto, che, di fatto, si sarebbe, questa volta, limitato al solo campo, privando la partita di una parte di quella splendida cornice di pubblico che, quasi sempre, ci aveva riservato in passato.

Giunta l'ora del campo, però, tutto quello che non era il match, in sé e per sé, è stato dimenticato e l'unico pensiero nella testa di ogni tifoso della Ternana, o Unicusano Ternana, che dir si voglia, era vincere la partita contro il Perugia, perché la vittoria nel derby non è importante, è l'unica cosa che conta e manca, ormai da troppo tempo. Le previsioni meteo avevano previsto pioggia per le 15. Non sbagliavano. Il fischio d'inizio dell'arbitro Aureliano avviene proprio nel momento in cui il diluvio si abbatte sul Liberati. I tifosi rossoverdi ed i pochi (130 per la precisione) perugini giunti a Terni fanno la corsa per accaparrarsi i migliori posti al riparo dalle intemperie, da cui poter, comunque, vedere il match, fin tanto che il diluvio non si sarà placato. I primi minuti trascorrono senza grandi emozioni da entrambe le parti ma, poi, al 36', ecco la gioia: Carretta crossa, Tiscione colpisce di testa, Del Prete allarga il braccio e Montalto va sul dischetto del rigore. Tirare un rigore, in un derby, non deve essere facile, ma non è facile viverlo neanche dal lato del tifoso. Sugli spalti si vedono volti distrutti dalla tensione, sfatti per la sofferenza e persone che, per scaramanzia, non vogliono nemmeno guardare. Poi arriva il fischio dell'arbitro, la breve rincorsa ed è gol. Prima di esplodere nella sua gioia, Montalto si ferma a guardare la curva Nord, sotto la quale poi va ad esultare, per festeggiare quello che, probabilmente, è il gol più importante della sua carriera, fino ad ora. Sugli spalti, tutti i tifosi intorno a me sono in estasi. Un gol in un derby è sempre magico da vivere in curva e, dopo un momento teso come quello che precede il calcio di rigore, l'urlo di gioia si unisce alla liberazione dalla sofferenza e dalla tensione. 1 a 0 Ternana. Poco importa se il gol non arriva al termine di un'azione magistrale, lo era stata quella che aveva portato al rigore, con Carretta indiavolato e Tiscione, non certo un gigante, a fare la sponda di testa. Anzi, il godimento, in questo modo, è doppio. Il primo tempo si conclude di lì a poco e sugli spalti la convinzione generale è che la Ternana sia avanti meritatamente: "Il Perugia non ha mai tirato in porta, abbiamo giocato benissimo" ci diciamo io ed il mio amico di Pisa, che ha rinunciato al derby contro il Livorno per vedere quello dell'Umbria, dopo tutti i miei racconti. Ed è effettivamente così: nel primo tempo la Ternana non ha meritato, ma strameritato il vantaggio, anzi, ha solo la colpa di non essere riuscita a segnare il secondo gol, lasciando così in partita il Perugia, che, pure, non lo meritava di certo, avendo fatto ben poco e rimanendo a rischio beffa. La paura è grande. "Al primo tiro quelli là fanno gol" dicono i tifosi intorno a noi. Mai frase è stata più vera e mai paura più fondata. Nel secondo tempo, la Ternana cala di ritmo e il Perugia si fa più pericoloso. Ad ogni palla che si avvicina a Plizzari, tutti sugli spalti sussultano, non tanto per il pericolo, quanto per la tensione. Poi, sul più bello, quando la vittoria che agogniamo, ormai, da tanti anni, sembra essere in mano nostra, un fischio, dal nulla, dopo una bella parata di Plizzari. "Sarà fuorigioco?" mi chiedo, "Ma no, l'attaccante del Perugia arriva da dietro a colpire di testa". Mi volto verso il mio amico, anche lui incredulo e chiedo lumi, ma senza ottenere risposta. In area c'è un parapiglia. Aureliano indica il dischetto. "Rigore?! Ma come rigore?! Ma cosa ha fischiato?!". Ci risiamo. Stavolta a parti invertite. La beffa, che tutti temevamo, si materializza al 90' col gol di DI Carmine, che, beffardo, esulta guardando verso i distinti A, dove risiedeva la sparuta rappresentanza perugina. Sono 5 i minuti di recupero, ma sono inutili. Aureliano fischia la fine e la vittoria che quasi sentivamo nostra, ci sfugge dalle mani, inesorabile. Al triplice fischio un misto di amarezza, rabbia e delusione pervade tutti. Glielo leggi in faccia. Ci avevamo fatto la bocca al ritorno alla vittoria e, probabilmente ce la meritavamo. 

Il Derby non finisce al triplice fischio. Specialmente un derby così e, quindi, tornato a casa, continui a pensarci. A mente fredda ti rendi conto che il secondo tempo della Ternana è stato tutto fuorchè perfetto e, forse, la stessa gestione della gara poteva essere migliore. "Ci siamo abbassati troppo presto" penso tra me e me. Poi rivedi il fallo di Vitiello su Pajac. Il contatto c'è, è vero, ma la sensazione che, se non avesse fischiato, Aureliano non avrebbe sbagliato ugualmente, rimane e non se ne andrà. La colpa, però, non è solo sua. L'impressione che la Ternana dovesse chiudere prima la partita, che non dovesse rinunciare ad attaccare il Perugia, rimasto anche in 10 negli ultimi minuti di gioco, mi accompagnerà a lungo, perché questa partita la Ternana poteva vincerla e si sarebbe meritata di farlo, perché il Perugia non era affatto superiore, o, almeno, non aveva dimostrato di esserlo. 

Sezione: Copertina / Data: Mar 28 novembre 2017 alle 08:00
Autore: Federico Camilli / Twitter: @fedecam1908
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